Il maestro Alberto Veronesi ci riprova con la politica e questa volta il terreno da conquistare sarà la Lombardia. Ieri pomeriggio a Milano Fratelli d’Italia ha presentato i candidati al al consiglio regionale lombardo, e tra questi, introdotto dalla ministra Daniela Santanché quale “compagno di battaglie anche su Lucca“, c’era anche Alberto Veronesi, figlio del noto oncologo Umberto: direttore d’orchestra, ex candidato a sindaco di Lucca col Terzo Polo, ancor prima candidato col Pd alle comunali di Lucca, oggi resident conductor al Festival Puccini. Ma soprattutto è presidente del Comitato per le celebrazioni pucciniane e della Fondazione Puccini di Lucca. Due incarichi che lo hanno anche visto al centro di non poche polemiche e discussioni, nonostante decennali successi musicali in Italia e all’estero.
Ma le polemiche non hanno scoraggiato Veronesi: "L’dea di candidarmi nasce dalla simpatia reciproca scoccata mesi fa con Fratelli d’Italia, sia con la Santanché che con La Russa. Con la ministra in particolare c’è una condivisione biterritoriale, Lombardia e Toscana. È nato un feeling che poi con il presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è rafforzato". E se qualcuno se lo ricorda tre anni fa, in piazza a Viareggio, nelle vesti di contestatore di Salvini, oggi è tutto passato. I rapporti con la Lega sono più che appianati. "L’unico che continua a darmi addosso è il consigliere toscano Baldini, non si sa perché. Per il resto i rapporti sono ottimi".
Da oggi inizia la corsa elettorale lombarda di Veronesi. Un impegno che, a detta sua, non lo distoglierà da quelli presi in terra lucchese. Già qualche giorno fa aveva dichiarato che il suo ruolo non sarebbe stato condizionato dalle sue opinioni politiche. E di questo suo nuovo obiettivo ne avrebbe parlato anche con il sindaco Pardini, senza problemi. I problemi, secondo Veronesi, arrivano dal centrosinistra con cui ormai non scorre buon sangue.
"Facciamo intanto chiarezza, usciamo da un equivoco che gli amici del Pd fanno difficoltà a capire – spiega il musicista – Io sono stato nominato prima presidente del Comitato e poi della Fondazione. Detto ciò, il mio impegno politico non deve condizionare queste attività". Per quanto complicata, però, con il centrosinistra dovrà imparare a convivere, nel nome di Puccini: "Siamo ormai alla guerra fredda, purtroppo hanno per legge dei numeri nel Comitato e riescono a boicattorlo. Presto farò i nomi e i cognomi di chi è assente alle riunioni. Inutile che vadano a piagnucolare in Parlamento o da Giani, dicendo che manca il numero legale, se i responsabili sono loro".
Teresa Scarcella