
Roberto Pardini aveva 40 anni
Se passeggiando per Viareggio, vi imbattere in un defibrillatore, fermatevi un attimo e osservate un minuto di silenzio. Sì, perché la gran parte di questi strumenti salvavita, sono il frutto di un progetto di grande altruismo e solidarietà, decollato dopo una tragedia: la scomparsa di un giovane padre di 40 anni, Roberto Pardini, dipendente di un grande colosso della nautica, tradito dal cuore mentre stava allenandosi in un giorno di festa – era il 25 aprile 2009 – per coltivare la più semplice e naturali delle passioni, la corsa. Il dramma si consumò nel comune di Massarosa, sulla via di Portovecchio, ma l’eco di quella disgrazia – il cuore cedette all’improvviso per un’aritmia – arrivò ben presto a Viareggio, soprattutto nel cuore della Darsena, attorno a via Coppino e dintorni, là dove sbocciano, sotto la spinta di grandi specialisti (ingegneri e maestranze) i più grandi yacht che monopolizzano da anni e anni le classifiche mondiali.
Si spense così all’improvviso la vita di Roberto, un corto circuito mortale. Ma sulla spinta di quella tragedia, i suoi familiari – in particolar modo il suocero Alfredo Banchieri e la moglie – hanno voluto fare qualcosa per gli altri, nel ricordo di Roberto, “una bella persona, innamorata della vita, della sua famiglia e del lavoro”, così lo ricordano da sempre gli amici. Visto che la tecnologica applicata alla medicina stava – siamo nel 2009 – facendo passi da gigante, ecco sbocciare e fare di giorno in giorno, sempre più proseliti, l’idea di disseminare in zone strategiche della città i defibrillatori, acquistati con donazioni e con iniziative culturali. Dal primo in avanti è stato un piacevole fiume in piena di solidarietà perché dopo la moltiplicazione evangelica dei... pesci, c’è stata quella dei defibrillatori, con il marchio dell’associazione ‘Roberto Pardini”. Il giovane padre che non c’è più continua così a vivere non solo nei ricordi dei suoi familiari ma in tutti coloro che hanno partecipato alle inaugurazioni degli strumenti salva-vita. E chi salva una vita – come è accaduto, utilizzato proprio il defibrillatore acquistato e installato in memoria di Roberto – salva il mondo intero. Lo dice il libro sacro ebraico, il Talmud ed è anche una frase iconica che troneggia nel capolavoro premio Oscar di Steven Spielberg, ‘Schindler’s List’.