
Romano festeggia 80 anni. Aprì il ristorante nel ’66 e dall’85 mantiene la stella
"Cuoce da 100 anni ed è sempre al dente", recitava un vecchio slogan della Barilla. Gli anni sono 80 e non cento, ma anche Romano Franceschini si mantiene al dente, e si confida che lo sarà anche tra altri 20.
Il grande ristoratore di via Mazzini ha festeggiato il traguardo con la famiglia da Giorgio, altra insegna storica della città. La vita di questo signore dell’accoglienza e della buona cucina è andata di pari passo coi suoi successi gastronomici. Basti pensare che il locale, faro della cucina di mare italiana, aprì il 15 aprile 1966, lo stesso anno in cui sposò la giovanissima Franca Checchi, signora indiscussa di tutto ciò che di fresco e vivo esce dal mare.
Dopo 57 anni passati in sala, anfitrione come pochi altri, Romano scende sempre a salutare gli ospiti ai tavoli, ma ora la gestione è in mano al figlio Roberto. In cucina c’è Nicola Gronchi: Franca lasciò i fornelli qualche anno fa, rendendo "vedovi" tanti golosi inconsolabili. Tutto cominciò quando Romano aveva 16 anni e da Montecarlo di Lucca si trasferì a Viareggio dove faceva il cameriere. Da Gusmano, un’altro demiurgo della cucina di mare, conobbe Franca sorella minore di Anna, moglie del Del Carlo e anche lei cuoca sontuosa. Nozze e inaugurazione del ristorante (all’epoca una trattoria) furono una cosa sola.
"Con una cuoca come Franca il successo era sicuro", racconta sempre. La fama arrivò con la tv e per l’occasione si fece prestare le posate da pesce dal cognato. Sembra leggenda, per un locale che in tavola mette il top del top di cristalli e ceramiche. Ma la cucina era rivoluzionaria. Quando praticamente c’erano solo spaghetti allo scoglio, grigliate e paranza, Franca e Romano lanciarono la loro creatività basata sulla materia prima di qualità unica, e sull’olio extravergine d’oliva che non era oggetto di culto come oggi. Il ristorante aderì infatti a "Linea italia in cucina": Romano andava a comprare le olive ad Arcidosso e le faceva frangere a Cerreto Guidi. L’olio di Romano divenne un must, mentre Franca creava piatti che hanno fatto storia: i calamaretti ripieni, le trecce di sogliola al tartufo, l’ostrica gratinata, la minestra di farro coi frutti di mare, le triglie in salsa di vino; ma anche proposte apparentemente semplici come gli scampi carciofi e maionese, e gli sparnocchi glassati al miele di castagno. La stella Michelin arrivò nel 1985.
Negli anni ’90 l’apoteosi: un anno Edoardo Raspelli lo definì il miglior ristorante di mare d’Italia; presentò a Le Cirque di New York il mese della cucina viareggina; Franca fu invitata a tenere lezione all’Hotel Danieli di Venezia, in California e a tante manifestazioni. Per testimonianza diretta, Romano è stato il primo in Versilia e forse in Toscana a mettere in carta i pacchieri di Gragnano. Tanti auguri, maestro.
Beppe Nelli