Sant’Anna di Stazzema, 80 anni dopo l’eccidio. Viaggio nel Museo che dà voce ai testimoni

Il racconto attraverso foto e video di coloro che hanno vissuto la strage quando erano bambini. Un percorso firmato da Oliviero Toscani di fondamentale importanza affinché la memoria del massacro si mantenga viva

Sant’Anna di Stazzema, 12 agosto 2024 – Sono trascorsi 80 anni dalla strage di Sant’Anna di Stazzema. Tanti sono per lo scorrere del tempo, inesorabile. Ma per chi è sopravvissuto, per chi è stato testimone e per chi in questi anni ha fatto della memoria dell’eccidio nazifascista una missione di vita, tutto è fermo. Lo scorrere dei giorni allontana solo su un piano fisico dall’orrore, dimenticare è impossibile. 

A Sant’Anna di Stazzema si respira il silenzio. Da quello sprone a picco sulle Apuane risuonano le voci delle anime innocenti che la mano assassina delle SS ha ucciso senza pietà: 560 persone trucidate, tra queste 130 bambini. I loro volti sono impressi nelle foto che compongono il grande cartellone vicino all’altare della chiesa all’ingresso della quale spicca una targa in ricordo di Don Innocenzo Lazzeri che dette la vita per i fedeli il 12 agosto del 1944.

A un passo dalla monumentale incisione a firma Piero Calamandrei con impressa l’ode a Sant’Anna si sale verso il Museo Storico. E qui le voci dei testimoni del massacro si sentono in tutta la loro sofferenza grazie all’opera multimediale e fotografica di Oliviero Toscani “I bambini ricordano”. Nel 2003, macchina fotografica a tracolla, Oliviero Toscani, fotografo famoso in tutto il mondo, ha risalito le mulattiere già percorse dalle SS quel 12 agosto del 1944 per ritrarre coloro che erano riusciti a sfuggire all’eccidio nazista e che all’epoca erano bambini di età compresa fra i 2 e i 12 anni. Si legge sul sito del Museo.

“Gli occhi di quelle persone mi facevano vedere il racconto di quella strage, rivivere le medesime paure – le parole di Toscani riportate sul sito –  così decisi di fotografare le facce di quei pochi bambini che nel 1944 scamparono alla morte”. E oggi l’impegno per tramandare i documenti della storia – secondo Toscani –  deve avvenire attraverso l’immagine. “Viviamo in un mondo di immagini e i giovani conoscono le cose perché vedono le immagini ed esse stanno diventando la memoria storica dell’umanità”.

E proprio attraverso le immagini Toscani ha saputo dare un forte valore simbolico alle espressioni e agli occhi di coloro che hanno portato impressa sul proprio volto la tragedia che ne ha segnato l’intera esistenza.

Elena Marmugi