"Sarà un’estate africana, come l’anticiclone"

Fabio Meteo lancia le sue previsioni: "Però la Versilia avrà qualche pioggia sostanziosa che rimpolperà le nostre falde idriche"

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Nonostante sia ancora giovanissimo, da anni informa puntualmente i versiliesi sulle previsioni del meteo. E non sbaglia un colpo, tanto da essere diventato il metereologo ufficiale del Consorzio di promozione di Marina di Pietrasanta, che un paio d’anni fa gli ha affidato un’app. Fabio Longaron, titolare della rinomata pagina Facebook ’Meteo Toscana Nord Ovest’ da oltre 18mila seguaci, nonché consigliere comunale a Massarosa con delega all’Osservatorio del cambiamento climatico, fa il punto su questa primavera anomala che va agli archivi e sull’estate che verrà.

Dopo un giugno molto più caldo della norma, sentiamo dire che sarà un’estate torrida e secca. Quali sono le cause?

"La causa principale di questa situazione è la netta prevalenza delle correnti anticicloniche sul Mediterraneo. Cosa succede: l’anticiclone, in prevalenza nordafricano, tende a spostarsi sempre più a nord col passare dei decenni, per effetto del riscaldamento globale: si tratta di masse d’aria calda la cui presenza continuativa blocca le correnti atlantiche che, invece di transitare sulla Francia e la Spagna e raggiungere il Mediterraneo, come nei vecchi modelli climatici, vengono deviate verso l’Europa centrale e settentrionale. Solo se riescono a sorpassare l’asse dell’anticiclone ritrovano la ’retta via’ verso sud. A quel punto proseguono addossandosi alle catene montuose. Poi, una volte superate le montagne, queste masse d’aria che ’scendono’ spingono l’aria calda verso il basso e pressandola: si chiama ’effetto favonizzante’ e genera ulteriore calore. E’ una delle cause della siccità che stiamo vivendo".

Nei suoi post spiega che le previsioni a lungo termine sono un’arte complicata. Ma in linea di massima, cosa ci si può attendere?

"C’è chi fa previsioni a lungo termine, anche con buoni risultati. In sostanza, affidandoci alla statistica, quello che è probabile è che anche questa estate porti parecchio caldo. Sembra una cosa ovvia, ma la tendenza imposta dal cambiamento climatico è quella di periodi estivi sempre più ampi e più caldi. O almeno, sopra la norma per quel che riguarda il nostro territorio".

Le immagini della secca del Po fanno paura. La Versilia, col suo microclima, come si presenta alla sfida del cambiamento?

"La siccità è un fenomeno da fine estate, quando sono tre o quattro mesi che non piove. Ora invece non piove da dicembre. La Versilia è messa meglio perché il nostro territorio ci permette di avere qualche chance in più di pioggia fatta bene, di quella che rimpolpa le falde acquifere. Da noi, per motivi orografici, con le Apuane e gli Appennini alle spalle, anche con deboli peggioramenti si riescono a bloccare le correnti e indurre le precipitazioni maggiori, per lo più sulle aree montuose ma spesso anche lungo la costa".

Quello del ’global warming’ sembra un problema fuori dalla nostra portata. Eppure lei ha ricevuto la delega all’osservatorio climatico: si può dunque fare qualcosa anche a livello locale?

"Nel piccolo, si potrebbero attuare delle scelte. E’ chiaro che se sono confinate non cambiano nulla. Ma se vengono seguite ad ampio raggio, potrebbero dare una mano. Tra queste, la prima è il verde: le piante riuscirebbero con il processo di fotosintesi a raccogliere e smaltire un po’ più di anidride carbonica. Poi c’è il discorso dell’energia: efficientamento, ad esempio nell’illuminazione pubblica con il led di ultima generazione che consentirebbe di risparmiare in termini di CO2; e poi i riscaldamenti nei luoghi pubblici: potrebbe bastare abbassare le temperature di un grado, che a livello personale si percepisce pochissimo. E’ chiaro che se ci muoviamo tutti nella stessa direzione, l’impatto sarà maggiore".

Lei fa anche lezioni nelle scuole: cosa insegna ai giovani?

"Tutto è nato per spiegare ai ragazzi come si fanno, in linea di massima, le previsioni del tempo dal punto di vista della metodologia. Sul cambiamento climatico, il riscaldamento globale e i problemi annessi, riusciamo a parlarne un po’, ma potrebbe essere interessante entrare nell’argomento in maniera più approfondita già a partire dalle scuole".

Daniele Mannocchi