Franco Antola
Cronaca

Gustavo Bellazzini, ultimo superstite della corazzata Roma: a 102 anni andrà alla commemorazione

L'ultimo sopravvissuto della tragedia partecipa all'omaggio ai 1.393 marinai custoditi nel sacrario sottomarino. L'abbraccio del presidente Mattarella

Gustavo Bellazzini abbracciato dal ministro della Difesa Guido Crosetto in occasione della festa della Marina Militare

Nel fondo del canyon subacqueo di Castelsardo, golfo dell’Asinara, Sardegna, in un abisso di oltre mille metri e a 16 miglia dalla costa, giace il relitto spezzato in quattro tronconi della “regia nave da battaglia” Roma. L’affondamento avvenne ottanta anni fa, il 9 settembre 1943. Il giorno prima venne annunciato l’armistizio che segnò l’inizio di una delle pagine più dolorose per il nostro Paese: la guerra civile. Fu la prima azione bellica nazista conseguente al Waffenstillstand (“tradimento dell’alleanza”) e che costò la morte a bordo della Roma, di 1.352 marinai, quattordici dei quali erano viareggini e versiliesi, uccisi da fiamme ed esplosioni causate dalle bombe tedesche. Erano nati a Viareggio: marò Aris Barsottelli, marò Francesco Berterelli, marò Fabrizio Bertuccelli, comandante capitano di vascello Adone Del Cima, sottocapo Angelo Guidi, capo 3° classe Rodolfo Morescalchi, marò Cairoli Parducci. Di Pietrasanta: sottocapo Osvaldo Buratti, 2°capo Guelfo Guerri. Di Massarosa: 2°capo Mario Gragnani. Di Seravezza: marò Alessandro Neri. Di Forte dei Marmi: 2°capo Rodolfo Polacci, capo 2°classe Sante Polacci. Di Camaiore: marò Alfeo Zappelli.

Viareggio, 7 settembre 2023 – Successe 80 anni fa, il 9 settembre 1943, in quel mare all’apparenza sicuro, a poche miglia dall’Asinara, oggi appena increspato dal vento ma quel giorno trasformato in un inferno di fuoco e fumo, lamiere annerite e corpi dilaniati dalle esplosioni causate dalle bombe teleguidate sganciate sulla corazzata Roma – salpata la notte precedente da Spezia – dai Dornier Do 17k tedeschi.

Fu lì che che Gustavo Bellazzini, 102 anni fra una ventina di giorni, l’ultimo dei sopravvissuti dei 622 reduci di quel disastro, vide consumarsi, col terrore negli occhi, una delle più spaventose tragedie della marineria italiana.

Sabato, sul ponte della portaerei Cavour per l’omaggio a quei 1.393 marinai custoditi nel sacrario sottomarino, ci sarà anche lui. Riceverà la stretta di mano del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, anche se i dettagli del protocollo non sono ancora del tutto noti. Il sogno per Gustavo si è materializzato grazie alla sua tenace volontà e alla Marina militare che lo ha messo nelle condizioni, attraverso una ’staffetta’ organizzata tutta per lui, di partecipare alle celebrazioni nel mare diventato luogo simbolo della memoria nazionale.

La sua partecipazione è stata incerta fino all’ultimo a causa di qualche acciacco fisico, poi dai medici è arrivato l’ok. Quel viaggio si può fare, hanno detto i sanitari dopo un approfondito check-up, sia pure sotto la stretta sorveglianza di un medico e un infermiere. "Sì, dai comandi della Marina militare – conferma la figlia Giuseppina – abbiamo avuto il via libera definitivo, partiremo domani (oggi, ndr) per Alghero con un aereo civile da Pisa, poi ci trasferiremo a Porto Torres e ci imbarcheremo sulla Cavour. Sono sicuro che sarà una bella cerimonia, mio padre ci teneva sopra ogni cosa, dopo l’abbraccio tributatogli il giugno scorso alla Spezia in occasione della festa della Marina. Un’occasione che riscatta un po’ la mancanza di iniziative nella città dove vive e dove aspettiamo almeno un monumento a ricordo di tutte quelle vittime. Ma mio padre sarà sicuramente felice di trovarsi lì".

Gustavo Bellazzini, che sulla corazzata Roma era imbarcato, a 22 anni, come fuochista, oggi sempre vigile e lucido, porta ancora negli occhi tutto quell’orrore. Qualche mese fa rievocò proprio con La Nazione la sua terribile esperienza.

"Mi lanciai in mare quando ormai l’acqua era arrivata al trincarino – il suo racconto –; nuotai per uscire dai gorghi. Raggiunsi una nave della scorta a 200 metri di distanza. Fui recuperato a bordo. Io sono qui ma il mio cuore è laggiù". A documentare l’esperienza di Bellazzini, in attesa del monumento, oggi è anche il Cantiere della Memoria, il progetto culturale per la ricerca e la divulgazione di storie di mare fondato dal collega Corrado Ricci, e Obiettivo Spezia, gruppo fotografico nato per promuovere La Spezia, presieduto da Roberto Celi, che hanno realizzato un video con la testimonianza dell’ultimo superstite della tragedia. La clip, della durata di 12 minuti, sarà pubblicata oggi sulle pagine Facebook dei due gruppi. Un emozionante racconto del sopravvissuto sui fatti, che rilancia il suo sogno di vedere realizzato alla Spezia un monumento alla memoria di quanti perirono in quelle acque, sotto le bombe degli ex alleati.