Una bella giornata di sole e tanti studenti e studentesse a spasso. Ieri mattina infatti in tutta la Versilia ci si è accorti che c’era uno sciopero del settore scuola perché tanti cancelli degli edifici scolastici sono rimasti chiusi. Al liceo scientifico “Barsanti e Matteucci”, ad esempio, non si è permesso ai ragazzi di entrare perché i bidelli al completo e anche il personale di segreteria erano interamente a casa. Una cosa insolita per la scuola superiore, dove appunto gran parte del personale docente era presente, ma senza la sorveglianza, almeno minima, non è possibile accedere alle classi e ai diversi piani e dunque tutti i casa, con un giorno di anticipo sul ponte già stabilito dal consiglio di istituto e dal collegio docenti.
Al liceo classico e linguistico “Carducci” invece lo sciopero è stato limitato, sia nella componente docenti che in quella del personale Ata e le lezioni si svolte in gran parte regolarmente. Già prevista invece la chiusura del liceo linguistico “Chini” a Lido di Camaiore, sempre per la massiccia adesione alla protesta sindacale. Chiusa anche la scuola media del quartiere Varignano a Viareggio, anche se alcuni docenti erano in servizio e hanno approfittato per svolgere riunioni e attività di programmazione.
Porte serrate anche per diverse scuole primarie e materne, dove la presenza del personale ausiliario è fondamentale per il funzionamento globale. In realtà non si è trattato di uno sciopero generale, ossia indetto da tutte le sigle sindacali del comparto scuola, ma soltanto di diverse sigle di autonomi e dalla Cgil. Però lo sciopero riguardava tutti i lavoratori del settore del pubblico impiego e della scuola, indetto dalla sigle Usb Pi, Fisl, Cub Sur, Cib Unicobas, Flc Cgil e soprattutto toccava argomenti di diffuso interesse. Nelle motivazioni dei Cobas e affini, si legge infatti l’insufficienza delle risorse destinate al settore pubblico dalla legge di bilancio, la crescente precarizzazione della scuola, la necessità di rendere la pubblica amministrazione più attrattiva anche per le nuove generazioni, la stabilizzazione dei precari e la garanzia di un aumento netto di 300 euro per tutti i dipendenti pubblici, per recuperare la svalutazione degli stipendi degli ultimi anni.
La Flc Cgil, condividendo alcune motivazioni, come la scarsità di risorse per il pubblico impiego nella legge di bilancio, ne aggiungeva altre come "l’eliminazione dell’eccesso di burocrazia nel lavoro docente", e soprattutto una rivendicazione molto condivisa, quella di recuperare l’anno 2013 che è stato stralciato dall’utilizzo ai fini della carriera. In pratica quell’anno non è conteggiato nell’anzianità di servizio, per necessità dello Stato, ritardando sia i pensionamenti che l’ingresso nelle fasce stipendiali. Per il 29 novembre è già stato indetto un altro sciopero ma questa volta si allargano le sigle sindacali e la platea dei lavoratori.
C.S.