DANIELE MASSEGLIA
Cronaca

Scoppia il rogo all’ex Hotel Patria. Paura nell’immobile abbandonato. Proprietario in guerra col Comune

Troppi bivacchi abusivi, le fiamme sono partite in serata da un terrazzo. Indagano Carabinieri e pompieri. Del Giudice aveva fatto di nuovo ricorso al Tar: "Nonostante le mie denunce qui entra chi vuole" . .

Scoppia il rogo all’ex Hotel Patria. Paura nell’immobile abbandonato. Proprietario in guerra col Comune

Non c’è pace per l’ex hotel “Patria“, sul lungomare di Tonfano, dove ieri sera intorno alle 19,30 è partito un incendio su un terrazzo. Ad appiccare il fuoco sono state alcune persone entrate abusivamente nella struttura, in disuso dal 2018. Sul posto carabinieri e vigili del fuoco, con i danni fortunatamente contenuti. Il proprietario, l’imprenditore Luigi Del Giudice, appena informato del fatto è tornato di corsa dalla Liguria ed è probabile che l’episodio peggiori i suoi rapporti con il Comune. Pochi giorni fa Del Giudice ha depositato infatti un ricorso straordinario di 28 pagine al capo dello Stato, poi trasferito al Tar come prevede la legge, per chiedere l’annullamento dell’ordinanza con cui il Comune gli aveva imposto di bonificare e mettere in sicurezza l’ex hotel Patria in modo da porre fine a degrado e bivacchi.

Del Giudice ha deciso di portare avanti questa lunga battaglia giudiziaria in quanto nonostante le precauzioni prese i bivacchi e gli ingressi abusivi non sono mai cessati. E giorni fa la giunta ha deliberato di resistere in giudizio, con l’udienza fissata a fine febbraio. L’imprenditore, titolare della ditta “Manfredi srl“, sostiene di aver presentato diverse denunce, ma invano. "È un accanimento – dice – anche perché è dal 2018, quando acquistati il ’Patria’, che verso 31mila euro l’anno di tasse al Comune senza aver mai lavorato. Avevo speso 300mila euro in progetti, bocciati a colpi di burocrazia, con l’obiettivo di investire 12 milioni per realizzare un hotel a 5 stelle, dando lavoro a 80 persone. Una beffa dietro l’altra, come l’ordinanza a cui mi sono opposto facendo ricorso". L’ordinanza era stata emessa a fine giugno 2023 per intimare a Del Giudice "di porre rimedio alle cause che determinano lo stato di incuria, degrado e fatiscenza, nonché l’eventuale occupazione abusiva del fabbricato". Dalla chiusura alla custodia, fino alla rimozione di rifiuti e vegetazione selvaggia. Passaggio, quest’ultimo, compiuto a luglio. "Ma metterò in sicurezza l’edificio con i vetri, senza murare nulla – conclude – perché non accetto più questo accanimento nei miei confronti. Le istituzioni devono tutelare la mia proprietà, presa continuamente d’assalto da chi abbatte le recinzioni, entra, bivacca e disegna graffiti sui muri. Tutto questo non è giusto".