
Dopo una fase di studio sperimentale al Tabarracci, l’Asl lancia in pianta stabile tre nuove realtà. Il direttore Campani: "Così garantiamo la gestione delle cronicità dando risposte ai cittadini".
L’intreccio tra sanità e territorio si tesse di nuovi fili: a fine 2024, al Tabarracci è stato attivato in via sperimentale un ambulatorio infermieristico di prossimità per la gestione delle cronicità. E ora, stanti i buoni risultati prodotti, questa esperienza sarà estesa a Querceta e Massarosa. "Abbiamo avviato una sperimentazione sull’ambulatorio infermieristico di prossimità alla fine dell’anno scorso – rievoca il direttore della zona distretto della Versilia Alessandro Campani – e oggi, dopo qualche di attività consolidata, lanciamo l’apertura di un ambulatorio infermieristico di prossimità a Querceta, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 8 alle 13, e a Massarosa, dal lunedì al sabato dalle 8 alle 14. Nel frattempo, resta aperto quello del Tabarracci, dal lunedì al sabato dalle 8 alle 14". Nello specifico, si tratta di "prestazioni infermieristiche che continueremo a erogare anche attraverso l’assistenza domiciliare per le persone che non si possono muovere – spiega Campani – ma adesso, tramite l’attivazione del medico di famiglia o su prescrizione del medico specialista, possiamo garantire prestazioni infermieristiche anche in questi ambulatori. Quel che vogliamo fare è elargire servizi di prossimità ai cittadini che possano esser garantiti in questo contesto, consentendo al cittadino di accedervi agevolmente e, se possibile, in alcuni casi evitare inappropriati accessi al pronto soccorso". Su questo specifico tema, "una quantificazione precisa è difficile da fare, ma in Versilia i dati sulle prese in carico di queste prestazioni infermieristiche sono molto confortanti, con numeri significativi rispetto all’Asl Nord Ovest: siamo la prima zona come volume di attività con circa 7mila persone in carico 70mila accessi nelle abitazioni. Se pensiamo che dal 2019 ad oggi al pronto soccorso siamo passati da 83mila a 76mila accessi, allora probabilmente il lavoro sul territorio ha un po’ sgravato il pronto soccorso, che rimane comunque importante"
L’attività nei nuovi ambulatori infermieristici di prossimità si articolerà in tre filoni, come spiega la referente per il settore infermieristico Uliana Valleroni. "Questa soluzione rappresenta una vera e propria presa in carico del cittadino, della famiglia e della rete sociale che supporta il cittadino, soprattutto considerando che la nostra popolazione è fatta di over 65 ed è quindi una popolazione che ha cronicità fragilità e plurimoribilità – analizza –; la presa in carico si realizza in tre dimensioni: attività informativa, educativa e prestazionale-professionale pura. Informativa vuol dire orientare la famiglia alla rete di tutti i percorsi territoriali che rappresentano la presa in carico del cittadino nella post dimissione, dalle cure intermedie all’ospedale di comunità, le rsa e i centri diurni, insomma pre e post ricovero. Poi c’è l’attività educativa: abbiamo cittadini con patologie croniche, pensiamo al diabete, e quindi è importante che il cittadino autogestisca la sua patologia e migliori il più possibile le sue potenzialità di vita residue per poter stare bene, pur nella cronicità. E infine c’è un ambito prestazionale, tecnico, molto complesso, che una volta veniva fatto in ospedale che ora ricade sul territorio".
"La cosa positiva è che c’è ancora di più una vicinanza al cittadino – sottolinea il sindaco Giorgio Del Ghingaro, intervenuto nelle vesti di presidente della conferenza dei sindaci –; ci interessa questo e che l’integrazione tra ospedale e territorio sia sempre più forte. Non a caso abbiamo messo in campo servizi e strutture che dovrebbero permettere di essere più vicini al cittadino e sgravare l’ospedale da accessi impropri. Il nostro pronto soccorso ha numeri ancora altissimi rispetto agli altri di area vasta. Meno accessi significa integrarsi con medici di famiglia e altri servizi territoriali in maniera più efficace ed efficiente e questo nuovo servizio va proprio in tal senso, come dimostra la verifica fatta con i numeri. La nostra zona garantisce alte prestazioni in termini numeri e di prese in carico, e lo fa con lo stesso numero di infermieri di altre realtà. Per fare un paragone, a Pisa con gli stessi infermieri hanno la metà degli accessi totali e un settimo delle prese in carico. Vuol dire che stiamo lavorando bene, ma la sanità territoriale si deve sviluppare ancora di più".
Daniele Mannocchi