
Shopping in salita e in discesa. Boom dei doni costosi e di lusso. Al palo i giocattoli per bambini
Come sempre l’inflazione e la crisi impoveriscono tanti e arricchiscono pochi. Se ne stanno accorgendo acquirenti e commercianti della Passeggiata con l’avvio dello shopping natalizio. Quest’anno i regali segnano lo spartiacque: fermi i giocattoli per bambini, boom dei cadeaux extra lusso.
"Stiamo lavorando davvero a dismisura – dichiara Malita del negozio Vela di Massimo Rebecchi – per la maggiore piccoli accessori come cappelli, cinture ed occhiali che hanno, comunque anche in base al marchio, un costo ridotto. Nonostante il nostro sia un negozio prettamente di capi di lusso vendiamo prodotti per tutte le tasche. C’è chiaramente chi vuole investire, ad esempio, in un cappotto di alta qualità e, di conseguenza, ad un costo maggiore o chi regala interi completi, destinati, soprattutto, al genere maschile". Gioielli, abbigliamento, oggettistica e cura personale sono i più richiesti mentre rimangono nel limbo, almeno per il momento, intimo, borse e giocattoli. "La clientela si affida molto a noi – esordisce Massimiliano Gianneschi, direttore della gioielleria Sergio Capone – Garantiamo qualità e cura del cliente ai massimi livelli. Dobbiamo ammettere che, fortunatamente, l’inflazione, anche in piena pandemia, ci ha solo sfiorati visto e considerato che, non potendo viaggiare, i consumatori investivano su orologi e diamanti con certificazione riconosciuta a livello internazionale. La nostra clientela è prettamente maschile la quale, sotto il periodo delle festività, approfitta, del così detto auto-regalo, pensando però anche alla moglie ed ai figli".
Chi, invece, deve rimanere su cifre decisamente più modiche si rivolge all’oggettistica: soprammobili, accessori per gli amanti del vino e lampade sono in pole position. "Per il momento non possiamo lamentarci – afferma Giampiero Luchetti, proprietario di PerdiTempo – Abbiamo già venduto molti regali destinati a finire sotto l’albero. Come attività offriamo oggettistica per tutte le età, infatti si rivolgono a noi sia ragazzi molto giovani che tendono, chiaramente, a risparmiare, fino a clienti più adulti che tra un soprammobile, anche simpatico, ed una lampada scenica, portano a casa il loro regalo". Anche la cura personale rimane molto in voga: make-up, detergenti, creme e profumi le richieste più gettonate nonostante i loro prezzi non siano fra i più economici. "Negli ultimi anni il beauty ha preso una strada tutta in discesa – sottolinea Ramona Montanini, commessa di Beautyè – A fine giornata concludiamo più che in positivo sicuramente aiutati anche dal fatto che siamo dotati di una zona dedicata al parrucco ed una a manicure e pedicure. Se vogliamo, però, trovare una pecca, che potrebbe aver rallentato gli incassi, è il ritardo, da parte dell’amministrazione comunale, nell’allestire l’intera zona con decorazioni, canzoni ed in generale un’atmosfera natalizia che indubbiamente non può far altro se non attirare sempre più persone". Ieri comunque si sono accese le luci delle palme.
L’altro lato della medaglia, asorpresa, riguarda il pianeta bambino. I rivenditori di giocattoli, articoli che dovrebbero avere più richieste in assoluto a Natale, sono in sofferenza. Lo spiega Raffaello Signori, di Pensa giocattoli e modellismo: "Forse è ancora presto per pensare ai regali, o almeno mi auguro che sia così, anche se è inutile nascondere i problemi economici del nostro Paese". Stessa sorte per la catena nazionale di negozi O-bag che rivolge i propri prodotti ad un pubblico prettamente femminile con borse, portafogli ed altri accessori. Nonostante le promozioni, tutt’ora in atto, gli incassi sono bassi come dichiarano le commesse: "Il problema secondo noi non è tanto l’inflazione quanto la posizione di questo negozio. Siamo dell’idea che dall’orologio verso Lido di Camaiore ci sia molto meno passeggio e, di conseguenza, i negozi lavorino in modo ridotto rispetto a quelli lato Darsena. Possiamo confermare il nostro pensiero in confronto a quanto incassiamo alla sede di Pisa che, con la sua mole di lavoro, ci ha portato, almeno qua a Viareggio, a rimanere chiusi i primi due giorni della settimana".
Provando a tirare le somme è evidente come sembrino esistere due mondi paralleli, in realtà, a pochi metri di distanza l’uno dall’altro; da una parte c’è chi accusa pesantemente la crisi, pensando addirittura di cessare l’attività. Ma nonostante l’inflazione e le contrazioni degli stipendi c’è chi anche produce, vende ed incassa ancor più di prima della pandemia-guerra-crisi energetica. Una cosa, però, è certa: chi acquista pensa, soprattutto, ad un investimento futuro tralasciando i regali effimeri.
Veronica Dati