Al Centro Polo era impossibile non notarlo. Sigaro in bocca, sciarpa del Viareggio al collo e campanaccio a portata di mano. Era proprio un tipo esuberante Marco Fornaciari, alias "Lo Svizzero", un tipo estroverso che fino all’ultimo ha vissuto la vita alla sua maniera: dispensando sorrisi a chiunque gli fosse accanto.
Se n’è andato nella tarda mattinata di ieri a 81 anni all’ospedale Versilia, dove era stato ricoverato da giorni a causa di un grave problema di salute. Problema che, nel giro di poco tempo e nonostante un’operazione disperata, ha scalfito definitivamente quella sua tempra di uomo forte.
Dalla sabbia di Viareggio, dove faceva il bagnino, per amore di una ragazza svizzera conosciuta in spiaggia, oltre 60 anni fa, aveva lasciato gli agi della sua città per trasferirsi a Berna. "Per amore di zia aveva attraversato le Alpi per farsi una famiglia – racconta il nipote Francesco, fratello dell’ex ciclista professionista Paolo – diventando anche un importante dirigente del Cantone di Berna. I suoi figli, Rosanna, Massimo e Alice, deceduta cinque anni fa, sono tutti nati lì, ma con il sangue e lo spirito viareggino perché zio appena poteva tornava subito a godersi il suo mare e la sua spiaggia".
Fornaciari era anche un grande appassionato di calcio e tifosissimo del Viareggio "Da quando è andato in pensione ed è tornata qua, 20 anni fa, non ha mai perso una partita dei bianconeri. Al Centro Polo poi era uno spettacolo nello spettacolo: girava in sella alla sua Ape e si sistemava con la sua sedia da regista e comodo sul cassone del mezzo si godeva la partita". La salma oggi è esposta da Ferrante; i funerali si terranno domani alle 10 alla chiesa di Bicchio.
Sergio Iacopetti