Solo pochi anni fa, quando la pandemia ci costringeva nelle nostre case e, in molte di quelle case, è entrata, erano chiamati eroi, gli infermieri e il personale sanitario che, però, passati gli anni sembrano invece "essere tornati nel dimenticatoio", come scritto e dichiarato dai sindacati Coina e Fsi-Usae, proclamato lo stato di agitazione per tutta l’Azienda Usl Toscana Nord Ovest e la convocazione dal Prefetto per il prossimo 11 ottobre. Una decisione, diretta per i diritti dei lavoratori, ma anche per cercare di rivalorizzare i servizi offerti alla cittadinanza e garantire cure migliori e più sicure, che arriva dopo la mancata risposta dell’Azienda alle richieste avanzata nelle note precedenti. Note in cui il Coina lamenta il blocco delle assunzioni, che costringe i lavoratori a saltare riposi e ferie, il mancato pagamento delle indennità durante queste ferie, il demansionamento, i mancati passaggi di fascia, l’assenza di tutela degli infermieri del 118, costretti a guidare l’auto medica svolgendo mansioni di autisti esponendosi a pericoli che non appartengono loro professionalmente. Ma anche le reperibilità anti contrattuali su più presidi ospedalieri e la mancata rilevazione del clima lavorativo.
Tutte problematiche di cui, continuano i rappresentanti del sindacato "l’azienda è a conoscenza da molto tempo, ma continua a rimanere immobile e sorda alle nostre richieste, rifiutandosi da una parte di ridimensionare le attività e le prestazioni erogate e dall’altra di assumere nuovo personale. E questo è il frutto di una sanità sempre più sottofinanziata, usata come mezzo promozionale politico, e non valorizzata come servizio ai cittadini".