Vannino Chiti, 75 anni, presidente della Regione dal 1992 al 2000, sarà domani alle 17 alla Gamc per presentare il libro "Dare un’anima alla sinistra - Idee per un cambiamento profondo". Con lui gli ex presidenti Claudio Martini ed Enrico Rossi, il sindaco Giorgio Del Ghingaro, intervistati da Cristina Privitera, caparedattrice centrale de La Nazione. S’ode uno squillo d’allarme mentre s’avvicinano le elezioni europee e regionali...
Perché un libro adesso?
"La sinistra italiana ed europea è in forte difficoltà. Si assiste a un’offensiva delle destre, più estreme che conservatrici-democratiche. In Italia abbiamo il governo più di destra della storia della Repubblica, mentre cresce l’astensionismo che oggi penalizza prevalentemente la coalizione progressista".
In passato il non voto aiutava i partiti di sinistra.
"Infatti una volta affluenza elettorale era sinonimo di credibilità della coalizione progressista. Oggi no. Nei ceti popolari e lavoratori il voto sterza verso destra, prima con la Lega e ora con Fratelli d’Italia. Bisogna interrogarsi e dare una risposta".
Non ci sono evidenti colpe della sinistra?
"Certamente è così. Io credo che non si è mantenuto l’impegno sui diritti civili ed economico-sociali. Non si è visto cosa avveniva nel tenore di vita delle persone. Anche all’estero la sinistra ha sbagliato la lettura della globalizzazione, pensando che la legge del mercato risolvesse tutti i problemi. Il compito della sinistra è stabilire alcune regole in modo che i benefici delle nuove tecnologie vadano a tutti. Invece la disuguaglianza tra i pochi che hanno molto, e i molti che hanno poco, è cresciuta spaventosamente. In Italia salari e stipendi sono i più bassi in ogni settore. Lasciare il mercato senza regole significa creare una società di mercato in cui sanità, istruzione e ambiente sono governati dal profitto. Su questo la sinistra deve fare una scelta".
Mi sembra che la sinistra negli ultimi anni abbia scelto le banche...
"Nell’ultimo ventennio la sinistra s’è interessata di cose lontane dalla vita della gente comune. Ha preso più voti nei quartieri ricchi delle città, che nei nei quartieri popolari del mondo del lavoro".
Parlava di ambiente: da presidente però scelse gli inceneritori, anche in Versilia.
"C’erano i cumuli dei rifiuti per le strade, ricorda? Le conoscenze scientifiche di allora dicevano che bisognava puntare su discariche e inceneritori. Oggi abbiamo altre conoscenze. Se la differenziata funziona, si fa il riuso dei materiali, si producono imballaggi con meno plastiche, allora si riducono al minimo i termovalorizzatori. Ma senza di essi Roma non esce dai guai. A Modena e Brescia funzionano e abbattono i costi dell’energia".
Lei arriva a Viareggio ospite del sindaco Del Ghingaro. Come la mettiamo col civismo?
"La sinistra ha bisogno del civismo. Senza le associazioni civiche progressiste, non c’è una coalizione vincente alternativa alla destra. Oggi le coalizioni si fanno in questo modo: senza porre pregiudiziali astratte, bisogna discutere di priorità nei programmi con i partiti e le associazioni civiche di orientamento progressista e alternative alla destra. Prima si costruisce il programma, su questo si dà vita alla coalizione, e la coalizione propone il candidato o la candidata a sindaco più adeguati. In caso contrario la sinistra avrà brutte sorprese anche in Toscana. Ci sono ancora città e regioni in cui si è in pole position, ma questo non vuol dire arrivare primi al traguardo. E poi la sinistra, di questi tempi, deve mettere al centro l’azione della pace: non basta dire che non si può aggredire militarmente un altro Paese come hanno fatto la Russia e Hamas".