"Situazione ormai insostenibile. Giovedì sputavano nei piatti dei clienti"

Il Molo di Viareggio è diventato un luogo di degrado e violenza, con persone che vivono in condizioni precarie e si dedicano a furti e spaccio. La situazione è peggiorata con l'arrivo di agosto, mancando un controllo efficace delle autorità. I residenti e i turisti sono preoccupati per la propria sicurezza, mentre i gestori locali chiedono un presidio fisso per evitare tragedie.

"Situazione  ormai insostenibile. Giovedì sputavano nei piatti dei clienti"

Il Molo di Viareggio è diventato un luogo di degrado e violenza, con persone che vivono in condizioni precarie e si dedicano a furti e spaccio. La situazione è peggiorata con l'arrivo di agosto, mancando un controllo efficace delle autorità. I residenti e i turisti sono preoccupati per la propria sicurezza, mentre i gestori locali chiedono un presidio fisso per evitare tragedie.

Nei ricordi di ogni bamboretto viareggino c’è quella passeggiata, per la mano al nonno, lungo il parapetto sul Molo, in equilibrio tra la terra e il mare. Un passo davanti all’altro, come i funamboli, fino al faro rosso. Lo stesso parapetto dove, dall’inizio di agosto, si stende un’umanità in bilico tra la vita e il baratro. Che trascorre "Intere giornate in mutande – racconta chi frequenta il lungomolo –: a bere, fumare droga, litigare per niente, azzuffarsi per poco, insultare chi è a passeggio...". Ne avrebbe fatto un ritratto sincero “il Viani“, ricordato lì, col suo busto in marmo, che ha dipinto il disagio del suo tempo.

Il disagio di questo tempo, invece, sembra crescere ogni giorno di più sul Molo. Insieme alle numero delle persone che stanziano e dormono tutt’intorno, dove capita. Tra gli scogli con le tende, dietro le paratie che circondano ciò che resta del Teatro Politeama, ai piedi della passerella. Su cartoni impregnati d’umidità, alcol e salmastro. C’è chi campa di elemosina e chi di disperazione. Di furtarelli e spaccio. Spesso si beve più di quanto si riesca a mangiare, a giudicare dai vuoti di birra lasciati in ogni anfratto. E sempre più spesso, ormai, la giornata finisce tra urla e cazzotti. "La situazione è precipitata con l’inizio d’agosto" racconta Stefano Santini, uno dei titolari del bagno “Flora“.

Il primo stabilimento che affaccia sul Molo, e che ha preso in custodia quel fazzoletto di spiaggia che quando ancora era libera, un anno fa, era stato eletto come base da una banda che irrompeva sotto gli ombrelloni per rubare tutto ciò che trovava. "Se abbiamo preso la gestione della spiaggia – spiega – è perché l’anno scorso la situazione era diventata insostenibile. Non ci guadagniamo niente, visto che gli ombrelloni sono dedicati al sociale; e ci occupiamo, a nostre spese, di sorveglianza e pulizia. Ma non possiamo però garantire anche la sicurezza".

Che si è persa con l’inizio d’agosto. "Fino al 30 luglio le situazione era tranquilla – prosegue Santini – . Anche grazie al supporto della Municipale, sempre molto presente e che ringrazio". Con l’inizio del mese sono arrivati i guai e "Si è creato un vuoto di controllo: la Municipale ci dice che garantire l’ordine non è tra i suoi compiti, la Polizia invece che la competenza sull’area è della Capitaneria, la Capitaneria ci rimanda alla Polizia". Soltanto giovedì sono stati richiesti quattro interventi alle Forze dell’ordine per disordini vari, "alla fine – racconta ancora Santini – per ripicca una gruppo che bivacca qui è arrivato a sputare nei piatti delle persone che mangiavano al ristorante. E tutto questo – dice – è inaccettabile".

Lo è "per i viareggini, espulsi da un luogo del cuore. Per i turisti, che si trovano davanti a scene agghiaccianti. Per chi lavora, e non finisce mai di fare i conti con i danni, i vandalismi, i rischi all’incolumità". Per questo "credo sia necessario un presidio fisso sul Molo. Perché oggi – conclude Santini – facciamo i conti con una ferita e qualche punto, domani rischiamo di farli con un morto".

Martina Del Chicca