REDAZIONE VIAREGGIO

Smascherato l’autore dell’attentato all’Inps

E’ un muratore di Seravezza che lamentava ritardi nel pagamento della Cig. Incastrato dalle immagini delle telecamere della zona

E’ stato identificato l’autore dell’attentato dinamitardo ai danni della sede Inps di Viareggio effettuato lo scorso sabato 30 maggio. E’ un muratore di Seravezza sulla cinquantina che era rimasto senza lavoro nel periodo del lockdown. Lo hanno smascherato gli investigatori del commissariato di polizia di Viareggio, coordinati dal dirigente Marco Mariconda. Un lavoro di intelligence che ha coinvolto, ognuno con le proprie peculiarità, anche la Digos di Lucca e la Scientifica. Una full immersion a tempo pieno con simulazioni e ricostruzioni di tutti i movimenti filtrati da diversi filmati delle videocamere della zona, nessuna delle quali, però riprendeva mai il momento dell’innesco e dell’esplosione, avvenuta poco prima delle 10 di quel sabato sera.

Gli investigatori erano riusciti a ricostruire in particolare i movimenti di due auto che entravano in via Garibaldi, ma poi uscivano. Una terza auto invece usciva, senza mai entrare. I sospetti si sono concentrati proprio su quell’auto, la cui targa appariva illeggibile. Ma il lavoro svolto dalla polizia scientifica è servito a cogliere qualche numero di targa e un particolare della colorazione della macchina che hanno permesso di individuare il modello e il proprietario. Una volta identificato quest’ultimo e ottenuto le foto, gli inquirenti hanno notato che l’uomo era transitato a piedi probabilmente per un sopralluogo nel pomeriggio di quello stesso giorno. E in quella circostanza aveva parcheggiato l’auto che poi aveva utilizzato per allontanarsi. Ed ecco perché nei filmati della sera si vedeva solo uscire da via Garibaldi, ma mai entrare.

La bottiglia incendiaria era stata costruita artigianalmente, nel più semplice dei modi: una bottiglia di plastica imbevuta di liquido infiammabile. Lo scoppio aveva attirato l’attenzione di tanti avventori che stavano animando i locali di via Garibaldi nei pressi della sede Inps, ma non aveva provocato gravi danni anche per l’intervento immediato dei vigili del fuoco. Che avevano raccolto e consegnato alle autorità una lettera di rivendicazione dell’attentato: "I discorsi non fanno farina. Noi abbiamo fatto ampiamente la nostra parte ora tocca a voi". Siglato Pd. Ma cosa c’entrava il partito democratico? Assolutamente nulla. "P.D. è semplicemente una bestemmia", ha candidamente ammesso l’autore del gesto agli uomini del commissariato che hanno bussato alla sua porta per notificargli la denuncia a piede libero per danneggiamenti a seguito di incendio e fabbricazione di ordigno.

Gli uomini della Digos diretti dal dirigente Leonardo Leone hanno escluso che il muratore di Seravezza, peraltro incensurato, appartenga a qualche gruppo eversivo di estrema destra o sinistra. Il cinquantenne aveva compiuto l’attentato perché a suo dire non gli era ancora arrivata la Cassa integrazione, mentre invece, sottolineano gli inquirenti, l’aveva ricevuta ad aprile e non ancora a maggio. Ma il mese di maggio gli era stato accreditato nei primi giorni di giugno. Bastava attendere, insomma.

"Quali che siano i motivi della rivendicazione – ha rimarcato il dirigente del commissariato Marco Mariconda – non è certo con atti di violenza o di terrorismo che si possono manifestare le proprie ragioni. Quello che mi preme sottolineare è che di fronte a episodi del genere non esiteremo a mettere in campo tutti gli uomini e tutte le risorse che abbiamo per smascherare i colpevoli. Lo abbiamo fatto questa volta e, statene sicuri, lo faremo anche se si dovessero ripetere fatti analoghi di questa gravità".

Paolo Di Grazia