
Sos punteruolo rosso Il parassita delle palme è tornato a fare danni Parte la disinfestazione
di Beppe Nelli
È arrivato in redazione con un punteruolo rosso morto nelle mani. Guglielmo Genovali, darsenotto, lo ha preso dalla palma del suo giardino, ormai irrecuperabile. Ora cerca una ditta specializzata nella distruzione della pianta infestata. Ma il caso dimostra che la lotta contro il parassita delle palme non è finita. Il Rhynchophorus ferrugineus, questo il suo nome scientifico, negli anni ha devastato il patrimonio palmizio della città e della Versilia, e di tutto il Mediterraneo. In Liguria è andata anche peggio. E’ cambiata l’immagine secolare fatta di palme e decori Liberty, nata tra Belle Epoque e i primi del Novecento. Nella Versilia degli anni ruggenti le palme erano migliaia, e oggi a centinaia sono andate perse.
Ci volle un po’, quando dall’Asia giunse questo coleottero, perché i Comuni cominciassero a contrastarlo. A Lido il Comune di Camaiore scelse le iniezioni antiparassitarie nel tronco. A Viareggio Sea Ambiente lanciò la lotta biologica. E tra pochi giorni le operazioni contro le larve del punteruolo riprenderanno. "La prossima settimana – assicura l’amministratore di Sea Ambiente, l’avvocato Fabrizio Miracolo – ripartono i trattamenti antilarvali contro le zanzare, ma anche le irrorazioni con i nematodi che distruggono il punteruolo rosso". Sea Ambiente, su incarico del Comune, mantiene anche un sistema di monitoraggio della presenza del parassita.
"In prossimità delle palme, a una certa distanza – spiega l’ingegner Marco Pardini – mettiamo le trappole a feromoni che ci consentono di valutare la numerosità degli insetti". L’utilizzo dei feromoni in agricoltura esiste da decine di anni: sono sostanze che servono a scambiare messaggi chimici tra animali. In particolare i feromoni sessuali vengono riprodotti nelle trappole, attirano solitamente gli insetti maschi, e la loro cattura consente di limitare la proliferazione delle specie parassite, o di valutarne la presenza crescente per decidere i momenti delle azioni antiparassitarie, limitando l’immissione di veleni nell’ambiente.
Per salvare le palme Viareggio ha scelto la lotta biologica. "Irroriamo gli ombrelli delle palme – spiega l’ingegner Pardini – con liquidi che contengono dei nematodi, vermi microscopici antagonisti delle larve del punteruolo rosso. E il “fitosano“, che attiva i nematodi". Sono le larve che distruggono il cuore delle palme. Nate dalle uova deposte dall’insetto adulto, si nutrono della parte più tenera e zuccherina della palma. Quella parte che, spesso, attira perfino i topi che si arrampicano. Se il danno è troppo esteso, le foglie pennate o a ventaglio si piegano prematuramente verso il basso, e la pianta muore. Le larve alla fine sfarfallano, e l’infestazione si allarga com’è disastrosamente avvenuto in Europa a causa della globalizzazione degli scambi e dei trasporti mercantili "trasportatori" di insetti non autoctoni.
Le larve del punteruolo rosso possono scavare gallerie di oltre un metro, dalla chioma al fusto, distruggendo i vasi linfatici. Quando la larva è pronta per passare allo stadio di pupa, costruisce il bozzolo alla base del fusto. Il punteruolo rosso abita la palma a ogni stadio di sviluppo: uovo, larva, pupa, e insetto perfetto. Quando nella palma non c’è più cibo, passa alle piante vicine. E siccome una femmina depone fino a 3 mila uova, mentre diventa impossibile la lotta e la prevenzione degli adulti, funziona invece benissimi la strategia contro le larve. Ma le irrorazioni coi nematodi devono essere periodiche, e siccome avvengono alla massima altezza dal suolo, servono autoscale speciali.
La palma morta va estirpata con l’intero ceppo, triturata e bruciata. Gli interventi costano, e ultimamente le palme di proprietà privata sono quelle più a rischio di propagare la parassitosi.