Viareggio (Lucca), 5 agosto 2024 – È una sera come tante a Viareggio, afosa come molte negli ultimi giorni. Quel momento che non è ora di cena ma non è più nemmeno pomeriggio. Lungo la Burlamacca verso il porto, c’è un via vai continuo di gente: chi torna a casa dopo una giornata di mare, chi si mette in fila per un ‘frittino’ alle barchine ormeggiate e chiassose, chi si attarda a studiare i piatti del giorno sui grandi menù colorati che costellano, con risultati quanto meno poco eleganti, piazza Caboto.
Più avanti la spiaggia che si svuota lentamente, i campi da beach volley con gli ultimi temerari che si allenano nonostante il caldo, e il molo, sempre più solitario mano a mano che si procede. Lungo la prima parte ci sono i senegalesi, alcuni già posizionati, altri in arrivo con le biciclette stracariche di borsoni: scarpe, cinture, portafogli. Brutte copie di brand famosi, rimasugli di un mercato, quello della contraffazione, tanto illegale quanto fiorente, qui come nelle spiagge “blasonate” solo un po’ più a nord, dove però si smercia la ‘prima scelta’.
Siamo all’Attesa , alta sullo scoglio di Tito, copia anche questa, anzi riproduzione come si dice per l’arte, che Francesconi fece della meno famosa - incredibile a dirsi – ma originale scultura in legno di Inaco Biancalana. Guarda l’orizzonte e sorveglia severa il continuo andirivieni di onde e di vite. Vittima impotente di lattine abbandonate e consumatori occasionali e maleducati, di pizza al taglio vista mare.
Sugli scogli a strapiombo, una selva di monopattini ripiegati, e ragazzi, evidentemente nord africani, alcuni sdraiati come ad aspettare, altri più intraprendenti. Va giù il sole ma si aprono ombrelloni, piantanti di fortuna tra le fessure, come segnali. Si cerca un accendino, passano di mano le ‘sigarette’. Occhi lucidi, qualcuno ha un telefonino dal quale esce una musica orientale. Non ci si nasconde in questa parte di città, non serve. Gli acquirenti sono giovani e svelti, salgono dalla spiaggia e vanno via. E poi a quest’ora controlli non se ne vede. Le famiglie a passeggio arriveranno solo più tardi e i pescatori, pochi a dire la verità ma dipende dal mare, non ci fanno nemmeno più caso: "È così tutti i giorni" commentano. Poi si posizionano con lenze e retini a caccia di silenzio più che di una preda. In cima al molo una coppia scatta un selfie per ricordo cercando il tramonto nella fotocamera del telefonino.