Viareggio, 21 settembre 2017 - Suo malgrado, ad appena 15 anni, ha conosciuto l’orrore. L’orrore della vita. L’orrore causato da un uomo che non ha accettato che la compagna lo lasciasse e che, prima di togliersi la vita, ha sfogato tutta la sua rabbia repressa contro di lei. Contro una ragazzina adolescente di 15 anni, la cui unica colpa – se colpa la vogliamo chiamare se vista dagli occhi di una ‘bestia’ come in tanti lo hanno definito su Facebook – era quella di essere la figlia 15enne che la donna aveva avuto da una precedente relazione.
Una relazione nata e cresciuta a Viareggio, dove la donna era tornata da circa un mese. A Viareggio dove la ragazzina ha vissuto per 7-8 anni prima che i genitori (Donatella ed Ezio) si separessero. In tanti hanno conosciuto quella bambina allegra e solare che oggi ha perso la vita in un letto d’ospedale a Foggia dove era stata sottoposta a un delicato intervento chirurgico. Il suo aggressore le ha sparato in faccia.
La quindicenne era appena uscita dalla casa dei nonni materni – cui era stata affidata – a Ischitella attorno alle 7,30 e si dirigeva alla fermata dell’autobus che l’avrebbe portata a scuola a Vico del Gargano. Come tutte le mattine, come tutti i ragazzi di quell’età. Ma a scuola non è mai arrivata. E’ rimasta esanime sull’asfalto colpita dalla brutalità assassina dell’ex compagno della madre. Alcuni testimoni hanno visto che parlavano animatamente. Probabilmente lui le chiedeva dove si fosse nascosta sua madre. E la figlia, coraggiosamente, non glielo ha rivelato. Forse per questo suo estremo tentativo di proteggere la madre dalla furia del suo ex, l’uomo – Antonio Di Paola di 37 anni, poi trovato suicida nelle campagne vicino a Ischitella – ha riversato la sua rabbia contro di lei. Sparandole in faccia e riducendola in fin di vita.
Uno choc anche nella comunità viareggina, soprattutto al Terminetto dove tanti coetanei della ragazzina ricordano la bambina che nel quartiere aveva frequentato le scuole elementari. Amava Viareggio quella bambina. Amava il sapore del salmastro che le entrava nei polmoni. Con la mamma e il fratellino andava spesso in cima al molo per gustarsi da lontano la città dove era nata e dove, lo aveva manifestato più volte agli amici, avrebbe voluto tornare presto.
Paolo Di Grazia