CHIARA SACCHETTI
Cronaca

"Spigolature" dal corso. Il leit motiv delle farfalle e quelle casse ‘invadenti’

Sabato torna il carosello dei carri con tanti dettagli ancora da scoprire. L’occhio attento nota anche i movimenti presenti nelle maschere isolate.

Sabato torna il carosello dei carri con tanti dettagli ancora da scoprire. L’occhio attento nota anche i movimenti presenti nelle maschere isolate.

Sabato torna il carosello dei carri con tanti dettagli ancora da scoprire. L’occhio attento nota anche i movimenti presenti nelle maschere isolate.

E l’anno delle farfalle. Sarà perché nei cieli primaverili o in quelli estivi se ne vedono sempre meno, oppure perché il periodo canonico del Carnevale finisce a marzo, quando la primavera è già nell’aria, ma quest’anno il corso mascherato è pieno di farfalle. Sui carri grandi, spiccano le farfalle bianche sulla costruzione dei Breschi che occupano la parte sinistra; una bimba acchiappafarfalle anche sul carro di Bonetti dove persino le maschere a piedi indossano un costume da farfalla di vari colori. Farfalle svolazzanti anche nelle mascherate a piedi di Etna, così come un tripudio persino nella carretta del Rione Darsena, ispirata alla primavera in mare. Serviranno ad acchiappare qualche premio?

Casse musicali giganti. Ad un attento osservatore non può sfuggire che sul fronte di molte costruzioni, soprattutto di prima categoria, troneggiano delle specie di torri composte interamente da casse, altoparlanti per la diffusione della musica, che spesso infastidiscono non solo l’udito ma la vista stessa del carro di fronte. Nessuno sottovaluta la necessità della musica, il binomio con il Carnevale di Viareggio inizia negli anni ‘20 del Novecento, dall’inno di Sadun in poi (come ricorda la bella esposizione a Palazzo Paolina), ma si potrebbe discutere sul volume di quella emanata dalle costruzioni che pare ogni anno in aumento, come dimostra appunto la necessità di un’amplificazione sempre maggiore. Davvero necessario?

Eppur si muove. Anche la ricerca dei movimenti è diventata un’ossessione al Carnevale di Viareggio. Una di quelle ‘positive’ perché ha reso la competizione tra i carri di prima e seconda categoria ancora più raffinata. Dal primo Pierrot che muoveva la testa meravigliando gli spettatori del 1923, opera di Umberto Giampieri, ad un secolo di distanza ne è stata fatta di strada nell’arte dei movimenti! Senza citare i carri, quello che ci ha colpito in questa edizione è che persino gli autori delle maschere isolate, di solito ai primi passi nel mondo carnevalesco, si sono impegnati non solo nella modellatura e nei colori, ma persino nel dare un po’ di movimento alla propria costruzione. Chi ben comincia, come si dice…

Chiara Sacchetti