REDAZIONE VIAREGGIO

Stangata per l’ex giudice. Danno da 270mila euro

La Corte dei conti ha stabilito che Roberto Bufo dovrà risarcire due Ministeri. Nel gennaio 2018 fu arrestato per aver truccato alcune aste fallimentari.

L’inchiesta era partita dalla procura di Massa e poi trasferita a quella di Genova

L’inchiesta era partita dalla procura di Massa e poi trasferita a quella di Genova

La sua condotta ha rappresentato un grave danno d’immagine per il Ministero della giustizia e per il Ministero dell’economia. E così l’ex giudice del tribunale di Lucca, Pisa e Massa, Roberto Bufo, 64 anni, dovrà mettere mano al portafogli e risarcire oltre 270mila euro in seguito alla vicenda delle aste giudiziarie “pilotate“ che lo vide clamorosamente alla ribalta tra il 2018 e il 2021. Un caso sconcertante, conclusosi nel dicembre 2021 con un patteggiamento a 4 anni e due mesi di reclusione per corruzione in atti giudiziari e falso di fronte al gup di Genova, pena poi divenuta definitiva per Bufo con sentenza della Cassazione.

La Corte dei conti, Sezione Giurisdizionale regionale per la Toscana l’ha infatti condannato adesso al risarcimento del danno di 144.308 euro in favore del Ministero dell’economia e delle finanze, oltre rivalutazione monetaria e interessi legali. Inoltre dovrà anche risarcire 127.246 euro in favore del Ministero della giustizia, oltre rivalutazione e interessi legali.

Un casi esploso con il suo clamoroso arresto il 9 gennaio 2018, che aveva scosso gli ambienti giudiziari, non solo lucchesi. L’allora giudice Bufo per alcuni anni era stato giudice civile al tribunale di Lucca e applicato poi al penale nella sede distaccata di Viareggio. Nel maggio 2010 era anche entrato nella giunta del sindaco di Vergemoli Michele Giannini come assessore ai rapporti istituzionali e alla promozione del territorio.

Dall’inchiesta arrivata nel 2018 come un fulmine a ciel sereno era emerso che aveva conferito a una delegata alle vendite giudiziarie incarichi di curatela delle eredità giacenti e di amministrazione di sostegno in modo da aggiudicarsi, tramite prestanome, immobili e terreni venduti all’asta nella provincia di Massa Carrara. Il magistrato, poi sospeso dal Csm, aveva anche favorito anche l’appropriazione di somme di denaro che avrebbero dovuto essere restituite all’erario. Vicende che ruotavano attorno all’Istituto vendite giudiziarie di Pisa. Era accusato di corruzione in atti giudiziari, peculato, falso in atto pubblico e turbativa d’asta.

L’inchiesta partita dalla procura di Massa era stata successivamente trasferita a quella di Genova, visto appunto il coinvolgimento di un magistrato. Il Consiglio superiore della magistratura aveva disposto all’epoca anche la “sospensione facoltativa richiesta dal ministro“. Bufo aveva poi patteggiato 4 anni e 2 mesi nel dicembre 2021, ma ora gli arriva anche il salato conto economico dello Stato “per la gravità del danno non patrimoniale subito dall’amministrazione pubblica come conseguenza delle sue condotte delittuose“.

Paolo Pacini