
Stazione più povera. Chiude l’edicola: "Affitto insostenibile, rinuncio al progetto"
Un’altra attività al capolinea. Anzi, a un binario morto. Ieri mattina ha infatti tirato giù la saracinesca l’edicola della stazione, divenuta negli anni un vero presidio e punto informazioni per cittadini e turisti. E con essa sfumano i sogni di Michele Bacci, un giovane di 34 anni che in quell’attività aveva riposto il progetto di un futuro stabile. Nel luglio 2014 ha rilevato il chiosco grazie ad un mutuo dedicato alle start up giovanili dalla Banca di credito cooperativo della Versilia ma quella rivendita ha subìto poi il terribile contraccolpo del covid. A cui si è aggiunto un affitto da 1500 euro che le Ferrovie dello Stato non si è detta disponibile a rimodulare. E così adesso anche in quell’angolo si spengono le luci di un’attività, di un servizio vendita biglietti e di un presidio prezioso ai fini della sicurezza.
"Ho galleggiato a lungo, ma adesso non riuscivo proprio più a farcela – racconta con amarezza Michele Bacci di Pietrasanta mentre smantella riviste e oggetti – ed è una sconfitta che pesa. In passato ho lavorato come tirocinante geometra in uno studio ma poi la crisi del settore edile mi convinse a guardarmi un pò intorno. Grazie alla segnalazione di un amico venni a sapere che il precedente gestore dell’edicola della stazione non voleva più proseguire e così, grazie ad un mutuo, sono riuscito a rilevare il punto vendita a cui ho decisamente dedicato la mia quotidianità garantendo l’apertura tutti i giorni dalle 6 alle 19. In sostanza l’edicola è sempre rimasta chiusa solo per Capodanno. Col tempo poi ho allargato i servizi anche con la vendita dei biglietti oltre a rappresentare un naturale punto informazioni per i tanti avventori che passavano e che hanno sempre trovato me come persona di riferimento nell’ingresso della stazione".
Nonostante i margini minimi di guadagno, Michele è riuscito a raggiungere un equilibrio che gli ha permesso di guardare con fiducia al mantenimento di un’attività impegnativa, sostenuto nella speranza dalla famiglia e in particolare da papà Luciano che ha sostenuto turni dietro a quel bancone pieno zeppo di libri e riviste. La mazzata è arrivata col covid e il quasi totale azzeramento degli spostamenti in treno. "Ho aperto anche durante la pandemia – ricorda Bacci – e non c’era un’anima. Sono stati anni duri nelle stazioni dove le restrizioni sono state più prolungate e comunque anche quando lo stato massimo di allerta è cessato ormai tante persone si erano adeguate a dad e smart working e rimaneva in ogni caso in tutti un pò di diffidenza a viaggiare su rotaia. A quel punto quel fragile equilibrio che si reggeva sullo scorrere della normalità si è infranto e i problemi sono lievitati. Mi sono trovato a sostenere 1500 euro mensili di mutuo e 1500 di affitto e il moltiplicarsi di situazioni che andavano a sovrapporsi mi ha stritolato convincendomi a gettare la spugna".
Nonostante la situazione stringente, Michele Bacci ha tentato l’ultima carta per non rinunciare: dato che era in scadenza l’affitto, ha chiesto a Ferrovie dello Stato di poter abbassare il canone mensile. Il diniego da parte dell’azienda è stata la condizione ultima per cui l’edicola non ha avuto nessun argomento per sopravvivere. "Speravo davvero di poter rimanere – confida Michele – perchè comunque d’estate si lavora e in inverno Carnevale e Lucca Comics permettono qualche guadagno. Ma non posso più alzarmi al mattino senza alcuna prospettiva. In questo progetto lascio davvero il cuore e porterò sempre il ricordo dei tanti personaggi, tra calciatori, giornalisti e volti dello spettacolo, che sono passati a comprare i magazine del momento e con i quali ho scambiato due chiacchiere di primo mattino"