Viareggio, 29 giugno 2022 - "C'è una verità dell'uomo e una di Dio, bisogna fidarsi di quella di Dio perché è dove la verità verrà sempre fuori e non deluderà le aspettative". Queste le parole del vescovo Paolo Giulietti oggi alla omelia proclamata nella messa che ha ricordato al cimitero della Misericordia le 32 vittime della strage ferroviaria di Viareggio del 29 giugno 2009.
Il vescovo ne ha parlato facendo anche riferimento alla sentenza del processo di appello-bis che la corte di appello di Firenze potrebbe pronunciare domani. La messa è stata officiata al cimitero della Misericordia dal vescovo coi parroci della Versilia. Presenti, tra gli altri, il Presidente della commissione parlamentare antimafia, il senatore Nicola Morra, il prefetto di Lucca il vicario del questore, i sindaci della Versilia e il vicesindaco di Viareggio Valter Alberici senza fascia tricolore, ma in chiesa a titolo personale dato che i familiari delle 32 vittime non hanno invitato il Comune.
Il motivo è l'uscita dell'ente dal processo di appello bis rinunciando alla costituzione di parte civile in seguito agli accordi stragiudiziali raggiunti per i risarcimenti con le compagnie assicurative. Anche il presidente Morra si è espresso sulla scelta dell'amministrazione di rinunciare a costituirsi parte civile: "Riguardo alla scelta dell'amministrazione comunale di tirarsi fuori dal processo accettando le offerte risarcitorie da parte delle compagnie assicurative e cessando di essere parte civile, a mio avviso l'amministrazione comunale ha il dovere quanto meno di rapportarsi con le associazioni dei familiari delle vittime. In questo caso la scelta del tutto autonoma di rinunciare alla costituzione di parte civile nel processo di appello bis in corso a Firenze ha leso il diritto e anche le emotività di queste persone".
"Persone - ha aggiunto - che sono lì dopo 13 anni a farci capire che la sicurezza sul lavoro e non soltanto questa, deve essere un obiettivo non solo ricordato nelle commemorazioni ma tutti i giorni. Altrimenti, paradossalmente, questo Paese che nell'articolo 1 della Costituzione dovrebbe essere fondato sul lavoro finisce col registrare morti sul lavoro perennemente tutti i giorni, senza che si possa arginare questa emorragia di vite".