REDAZIONE VIAREGGIO

Strage ferroviaria: "No alla prescrizione". Sit-in dei familiari davanti a Montecitorio

Illegittimità costituzionale: l’associazione s’appella al Parlamento "Così rischia di essere cancellato anche il reato di disastro colposo".

Strage ferroviaria: "No alla prescrizione". Sit-in dei familiari davanti a Montecitorio

La lunga battaglia per la verità, la giustizia e la sicurezza – cominciata quando un treno merci carico di Gpl è deragliato ed è esploso alle porte della stazione ferroviaria di Viareggio – questa mattina porterà fino a Roma i familiari delle 32 vittime della strage consumata a ridosso dei binari la notte del 29 giugno 2009. Sono passati più di quattordici anni, attraversati da oltre duecento udienze in tribunale e quattro sentenze.

Alla vigilia di un nuovo processo – che si aprirà il 4 dicembre di fronte alla Suprema Corte – con un presidio davanti a Montecitorio, dalle 10.30 alle 13.30, l’associazione “Il mondo che vorrei“ manifesterà il timore per il rischio che – come già avvenuto per i reati di incendio colpo, lesioni colpose plurime gravi e gravissime e omicidio colposo plurimo – anche l’ultimo capo d’imputazione, il reato di disastro colposo, possa cadere in prescrizione qualora la Corte di Cassazione decidesse di accogliere il ricorso presentato dagli avvocati degli imputati che, adesso, chiedono la sospensione del processo rivendicando una questione di illegittimità costituzionale.

"Tale proposta – hanno spiegato i familiari – se venisse accolta, oltre alla sospensione dell’attuale giudizio, porterebbe ad attendere il responso della Corte Costituzionale, che nel caso peggiore finirebbe per prescrivere anche l’ultimo reato di disastro ferroviario". "Così – proseguono i familiari – le controparti stanno giocando le loro carte false per uscire da una ‘storia’ che compie 14 anni e mezzo". Dal Mondo che Vorrei la richiesta di "solidarietà, sostegno e presenza" al presidio.

Solidarietà che, con una lettera aperta, invocano anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: "Affinché – hanno scritto i familiari di Viareggio – possa monitorare l’evolversi del nostro estenuante processo sul quale, ora, è calata l’ombra di questa nuova minaccia, di fronte alla quale siamo costretti nuovamente a scendere in piazza, davanti al Parlamento, per far sentire in tutta Italia la nostra voce".

Red. Viar.