MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Strage, verso la sentenza. La fiaccolata dell’attesa al fianco dei familiari: "Insieme per la giustizia"

Domani alle 18 il corteo dalla stazione e lunedì l’udienza in Cassazione .

Strage, verso la sentenza. La fiaccolata dell’attesa al fianco dei familiari: "Insieme per la giustizia"

Strage, verso la sentenza. La fiaccolata dell’attesa al fianco dei familiari: "Insieme per la giustizia"

Gli ultimi cento metri, di una lunga maratona giudiziaria cominciata il 7 marzo 2011 con l’incidente probatorio e che ha attraversato quattro gradi di giudizio. Alla sentenza della Corte di Cassazione bis, prevista per lunedì, i familiari 32 delle vittime della strage ferroviaria arrivano con tutto il peso di un’attesa durata quattordici anni e mezzo: "Quella per l’inizio del processo, prima", passata nelle piazze, a rivendicare il diritto alla verità, e "poi quella trascorsa nelle aule dei tribunali", cercando la giustizia.

Tanto tempo è passato dalla notte del 29 giugno 2009, illuminata a giorno dall’esplosione innescata dal deragliamento di un treno carico di Gpl per il cedimento di un asse mal manutenuto. Quell’esplosione che ha scavalcato i binari, portato il fuoco nelle case e il vuoto nelle vite di 32 famiglie. "Se in tutto questo tempo non si è perso il senso della grandezza del disastro che ci ha travolto è stato anche per il supporto della città, che con la partecipazione ha contribuito a tenere viva la memoria e sempre alta l’attenzione" dice Marco Piagentini. Che di quella notte porta i segni sulla pelle e nel cuore; insieme ai figli, Luca e Lorenzo, e alla moglie Stefania. "E per questo – aggiunge Piagentini – a Viareggio chiediamo ancora di starci a fianco" in quest’ultimo miglio. In attesa dell’udienza, che si terrà di fronte alla Suprema Corte, il Mondo che Vorrei, ha organizzato per venerdì, alle 18, una fiaccolata.

Il corteo si muoverà dalla stazione, attraverso il sottopasso ferroviario, per incamminarsi lungo via Ponchielli – e i murales di Binario 10 che hanno perso lo spazio delle case divorate del fuoco – fino alla Casina dei Ricordi, che custodisce la storia di quella notte e di questa battaglia per verità e giustizia. "Invitiamo tutti a partecipare, e ad invitare altri a farlo – aggiunge Piagentini –. Per mandare un messaggio forte a Roma". E sempre nell’ambito delle iniziative che scandiscono l’attesa verso la sentenza, domani (alle 20.30) al cinema Goldoni (che ha messo gratuitamente la sala a disposizione) sarà proiettato il corto “Ovunque proteggi“ e il docufilm “Il sole sulla pelle“, che racconta la vita oltre il dolore. L’impegno oltre la rabbia. La lunga maratona dei familiari, che sperano, ora, di potersi fermare. E mettere un punto al lungo iter giudiziario.

Sul processo pende ancora l’incognita dei ricorsi presentati dagli avvocati degli imputati, che se accolti potrebbe rinviare tutto alla Corte Costituzionale o in Appello, per la terza volta, con il rischio che anche il disastro ferroviario colposo cada in prescrizione, come accaduto ai reati di lesioni colpose, incendio colposo e omicidio colposo. "Noi crediamo che non ci siano i margini perché i ricorsi vengano accolti – spiega il legale del Mondo che Vorrei, Gabriele Dalle Luche –. E qualora che le condanne venissero confermate verrebbe scritta una sentenza storica, che condanna l’intero sistema organizzativo e manager di stato".

"Ci chiedono spesso se crediamo nella giustizia..." Una domanda a cui Daniela Rombi, che ha visto il sorriso di sua figlia Emanuela spegnersi a vent’anni, non sa dare una risposta. "Io vorrei poterci credere, voglio credere che i ricorsi presentati dagli imputati che sono già stati condannati in quattro gradi e da quattordici giudici vengano rigettati e che potremo ottenere almeno un briciolo di giustizia". E al di là delle pene, "non sono quelle che cambieranno le nostre vite, quello che a noi interessa sono le responsabilità. E quelle – prosegue Piagentini – sono già state accertate dalla prima sentenza di Cassazione". Le motivazioni che hanno determinato la condanna dei vertici delle Ferrovie di Stato sono chiare: il controllo sulla correttezza della manutenzione “avrebbe evitato” la strage di Viareggio perché “sarebbe emersa l’assenza della documentazione inerente la storia manutentiva del carro e dei suoi componenti e quindi esso sarebbe stato escluso dalla circolazione”. "Questo, in un Paese giusto, dovrebbe servire a chi opera adesso nelle ferrovie, a prendere seri provvedimenti per la valutazione dei rischi e i controlli sulle manutenzioni". Perché ciò che è avvenuto il 29 giugno a Viareggio, non accada mai più.