MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Struttura futuristica a Bicchio. I giudici del Consiglio di Stato bocciano ancora Aquasalus. Nuova piscina, ora via ai lavori

Decisiva la sentenza che conferma quanto già stabilito dal Tar sulla non concorrenza. L’assessore Laura Servetti: "Saremo in grado di aprire il cantiere entro la fine di ottobre".

Decisiva la sentenza che conferma quanto già stabilito dal Tar sulla non concorrenza. L’assessore Laura Servetti: "Saremo in grado di aprire il cantiere entro la fine di ottobre".

Decisiva la sentenza che conferma quanto già stabilito dal Tar sulla non concorrenza. L’assessore Laura Servetti: "Saremo in grado di aprire il cantiere entro la fine di ottobre".

"Chiuso il contenzioso sulla vecchia piscina adesso possono materialmente partire i lavori di quella nuova a Bicchio". Ad annunciarlo è l’assessora alle Risorse Laura Servetti mettendo così un punto ad una vicenda giudiziaria che si protraeva ormai da anni. È di ieri, infatti, la comunicazione ufficiale del Consiglio di Stato che, esattamente come il Tar di Firenze, ha respinto il ricorso proposto da Franz Bordin e da “Aquasalus società cooperativa sociale sportiva dilettantistica onlus“, contro il Comune di Viareggio e il “Centro Marco Polo Immobiliare Srl”. "Non solo il ricorso risulta infondato – specifica Servetti – ma il giudice ha anche condannato i ricorrenti a pagare le spese legali, nella misura di 10mila euro: 5mila a favore del Comune e 5mila per la “Centro Marco Polo Immobiliare Srl“. Adesso, liberi da beghe legali, entro la fine di ottobre monteremo il cantiere per la realizzazione della nuova piscina comunale".

Un progetto da 10milioni di euro, per 7milioni e mezzo finanziato dal Comune attraverso un mutuo agevolato concesso dall’Istituto per il credito sportivo, e per 2milioni e mezzo con i fondi Pnrr. "E compatibilmente con il cronoprogramma dei lavori – aggiunge l’assessora – ci auguriamo di poter inaugurare il nuovo impianto entro il prossimo anno".

Ma facciamo un passo indietro. Franz Bordin nel giugno del 2018 si aggiudica all’asta la piscina della Darsena, per 640mila euro. Come si ricorderà l’immobile sul quale gravava già un’ipoteca, era finito nel baratro del dissesto: "Abbiamo da subito preso contatti per riacquistare la struttura – sottolinea Servetti - predisposto una delibera di Giunta e incontrato diverse volte Bordin che però, anche se in un primo momento sembrava interessato, poi rifiutò ogni trattativa. Abbiamo poi letto di lavori in corso, con tanto di foto allegate e annunci a mezzo stampa ma di concreto non c’è mai stato niente, solo fumo negli occhi per i cittadini. E spiace dirlo anche prese di posizione da parte di alcuni esponenti politici, per altro fatte senza alcun riscontro, solo per il piacere di dare contro a questa Amministrazione"

Nel frattempo, con delibera n. 36/2018 il consiglio comunale approvava il “Progetto di ristrutturazione ed ammodernamento del centro polisportivo Marco Polo“ presentato dalla “Centro Marco Polo Immobiliare Srl“, che aveva acquistato l’impianto pubblico dalla curatela dalla Patrimonio nell’asta di giugno 2018. Un anno dopo, il 21 giugno 2019, il Comune rilascia alla società il permesso a costruire. Entrambi gli atti vennero impugnati al Tar da Bordin e Aquasalus paventando l’ipotesi di una concorrenza. Con sentenza del 2020 il Tar della Toscana dichiara il ricorso "inammissibile per difetto di legittimazione dei ricorrenti e per carenza di interesse al ricorso".

Ma Bordin non si ferma e insieme ad Aquasalus presenta un appello al Consiglio di Stato che, in linea con le motivazioni dei giudici amministrativi, è stato ritenuto come detto, "infondato". Per la quarta sezione del Consiglio di Stato, presieduta dal giudice Luca Lamberti, "L’appellante – si legge in sentenza – non ha fornito la prova, neanche a livello indiziario, circa la sussistenza, quando meno in termine di verosimiglianza, di uno stabile collegamento tra l’attività svolta dal Centro Marco Polo e l’area geografica di influenza dell’ex piscina comunale, sia in termini di vicinitas, sia in termini funzionali di bacino di utenza in cui i due soggetti imprenditoriali verrebbero ad agire e ad interferire tra loro all’interno del più ampio bacino di utenza cittadino".

Il collegio osserva infatti che i due impianti "hanno caratteristiche diverse che diversificano la potenziale utenza di riferimento: uno, solo natatorio e coperto, storicamente vocato (in quanto progettato come piscina comunale) ad accogliere l’utenza scolastica e di dimensioni idonee ad ospitare ad ospitare le attività di tipo agonistico"; mentre "l’altro è un centro polisportivo al cui interno è situata una piscina scoperta (con possibilità di copertura nel periodo invernale) che quindi caratterizza un’offerta di attività sportive articolata, idonea ad intercettare fasce di popolazione di età variegata, non limitata a giovanissimi ed adolescenti, come sostiene invece l’appellante". Inoltre "Tali impianti - proseguono i giudici –, a distanza di 4 chilometri, sono posti ai confini opposti della città, quindi con un bacino di utenza geograficamente diverso, anche tenuto conto del numero non irrilevante di abitanti residenti che rende inverosimile una polarizzazione di tutta l’utenza su uno solo dei due impianti e la stessa configurabilità di interferenza tra i due bacini di utenza". Sottolineando poi come "per diversi anni dall’aggiudicazione dell’impianto (la piscina della Darsena), nessun intervento è stato realizzato né sono state presentate le istanze necessarie al rilascio dei titoli", i giudici contestano ai ricorrenti di "non aver fornito, in generale, alcuna prova in termini di danno patrimoniale concreto ed attuale, come richiesto dalla giurisprudenza".

Per l’assessore alle finanze "Le sentenze del Tar e del Consiglio di Stato certificano la correttezza del percorso amministrativo e chiudono la vicenda giudiziaria". Passaggio "che – conclude Servetti – permette di dare gambe al progetto, ormai già in stato avanzato, della nuova piscina".