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Successo per il regista Leone. Menzione al Festival di Cannes
Il transessualismo nei territori-culla della religione. Ha conquistato la menzione speciale al Festival di Cannes col film "La belle de Gaza" il versiliese Stefano Leone che archivia l’ennesimo riconoscimento dalla collaborazione con la regista francese Yolande Zauberman. La pellicola è infatti la terza della trilogia dedicata all’amore e alla sessualità raccontate in contesti decisamente complessi: il primo lavoro è stato "Faresti sesso con un arabo?", seguito dal film scandalo "M" (sulla pedofilia all’interno della comunità ebraica ultra-ortodossa di Bnei Brak, in Israele e vincitore al Festival di Locarno del prestigioso Pardo d’Argento, del premio César e campione di incassi in Francia nel 2020). E anche con "La belle de Gaza", in uscita nelle sale francesi il 29 maggio con colonna sonora di Amanda Lear, ha ottenuto una ribalta al Festival di Cannes con un’indagine nel mondo transgender con protagonisti cristiani, musulmani e ebrei. "In questa esperienza – racconta Leone, con dieci anni di scuola di cinema negli Usa, collaborazioni con Bertolucci, Tornatore e Morricone e la conquista nel 2007 del Premio “Francesco Pasinetti” al Festival di Venezia con “Elio Petri appunti su un autore” – ho fatto da aiuto regista, cameraman e direttore della fotografia in una troupe ristretta che per due anni ha lavorato su un tema sensibile e toccante. E’ un cinema del reale, in stile pasoliniano, dove trasformazioni sessuali si incrociano anche con conversioni religiose, narrando travagli familiari e difficoltà a fare ricerca di sè in una città chiusa. Ciò che ne esce sono protagonisti capaci di aprirsi, dimostrandosi solidali tra loro e meno conflittuali del mondo che gira loro intorno. Una narrazione così intensa frutto dei continui viaggi a Tel Aviv che mi piacerebbe proporre in futuro nella mia Versilia".
Francesca Navari