
Tar, il Comune vince con Procacci Non sarà possibile il servizio al tavolo
Il panino gourmet è servito...ma solo al bancone. Procacci in piazzetta dei Marmi ha perso il ricorso al Tar contro il Comune: non potrà svolgere somministrazione assistita, cioè non ci potrà essere personale addetto al servizio al tavolo, ed è stata condannata a pagare 4mila euro di spese legali. Il giudice amministrativo ha concluso una vicenda che si trascina da qualche anno ritenendo "palesemente infondati" il ricorso principale e i motivi aggiunti da parte della Madeg srl (che ha sottoscritto con Procacci srl un contratto per l’utilizzo del marchio legato ai celebri panini lusso tartufati) in quanto in contrasto col Piano delle funzioni. Il 15 luglio 2019 la società ha presentato in Comune la Scia per avviare l’esercizio commerciale di vendita al dettaglio di prodotti alimentari; il 3 novembre 2020 ha chiesto di poter "acquisire per la propria unità immobiliare avente destinazione d’uso commerciale, la destinazione d’uso funzionale di somministrazione assistita". Il dirigente di settore ha risposto picche, osservando che, in base al Piano delle funzioni, nel centro "non è consentita l’acquisizione di nuove destinazioni d’uso funzionali di somministrazione in aggiunta a quelle esistenti". Ecco che la Madeg il 4 gennaio 2021 ha presentato ricorso al Tar adducendo che non solo avrebbe potuto svolgere tale servizio sulla base della Scia, ma che il piano delle funzioni approvato nel 2009, che prevede il divieto di nuove destinazioni d’uso in centro, avesse una durata di tre anni e che comunque, contemplando un divieto generalizzato di apertura di nuove attività di somministrazione, fosse "in contrasto con i principi di libera iniziativa economica". Tesi che il Tar ha rigettato: il giudice ha sentenziato che la Scia consentiva solo il commercio al dettaglio di alimenti e bevande (tanto che "quando l’amministrazione ha avuto notizia che la Madeg svolgeva attività di somministrazione ha emesso un’ordinanza di cessazione dell’attività abusiva") ma poi l’efficacia del Piano delle funzioni è stata più volte prorogata con deliberazioni in consiglio comunale. Riguardo alla contestata violazione della libera iniziativa economica, il giudice ha osservato come nel piano "Il Comune si fosse già allora preoccupato di armonizzare la programmazione comunale della somministrazione con i principi di liberalizzazione regionale sul commercio e con la necessità di tutelare interessi di carattere generale quali la sostenibilità e la qualità urbana".
Francesca Navari