Tirreno da proteggere. Italia, Francia e Monaco nella maxi esercitazione contro l’inquinamento

Al largo della Versilia è stata simulata la reattività in caso di sversamenti. Navi, elicotteri e droni hanno permesso di monitorare eventuali rifiuti nocivi.

Tirreno da proteggere. Italia, Francia e Monaco nella maxi esercitazione contro l’inquinamento

Tirreno da proteggere. Italia, Francia e Monaco nella maxi esercitazione contro l’inquinamento

VIAREGGIO (Lucca)

Giornata intensa, quella di ieri, per la costa versiliese. Nello specchio d’acqua di fronte a Viareggio, fin dalle prime ore del mattino ha preso il via un’esercitazione anti inquinamento organizzata nell’ambito del protocollo ’Ramoge’, che vede Italia, Francia e Principato di Monaco uniti nella lotta allo sversamento di sostanze nocive in mare. L’accordo trilaterale è destinato alla protezione dell’area marittima compresa tra la Francia meridionale, la Corsica, la Sardegna e il Lazio, e ogni anno viene organizzata una simulazione in una località costiera per testare la reattività delle risposte anti inquinamento. Stavolta è toccato alla Versilia: le operazioni, condotte sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente, sono partite due giorni fa con l’organizzazione dei tavoli di lavoro. Mentre ieri sono scattati gli interventi, condotti sia per mare che per terra.

L’esercitazione è stata condotta rilasciando in mare lolla di riso e pop corn, sostanze innocue per l’ambiente ma che ben si prestano a simulare lo sversamento di idrocarburi o paraffine. La prima risposta è stata affidata alla Capitaneria di Porto di Viareggio, coordinata dalla comandante Silvia Brini, che ha inviato le proprie imbarcazioni. Una volta accertata l’impossibilità a gestire il disastro naturale con le sole forze locali, la Guardia Costiera ha lanciato l’allarme, interessando il Ministero dell’Ambiente che, a sua volta, ha attivato il protocollo ’Ramoge’.

A quel punto, è scattato il coinvolgimento diretto dei partner: Francia e Principato di Monaco hanno inviato le loro navi, mentre di fronte a Viareggio la Guardia Costiera è stata affiancata da battelli della Guardia di Finanza, della Marina Militare e dell’Agenzia europea per la sicurezza in mare. Inoltre, da Livorno è partita la Nos Taurus, nave anti inquinamento del Ministero dell’Ambiente.

In totale, nell’operazione sono stati coinvolti una decina di battelli, coadiuvati dal cielo da elicotteri e droni che hanno permesso di monitorare il percorso dei rifiuti nocivi. Nel frattempo, alla sede operativa della Guardia Costiera, è stato attivato un tavolo d’emergenza con gli enti di tutela ambientale e i comuni coinvolti. In mare, le imbarcazioni si sono occupate di isolare il materiale nocivo per evitare che si disperdesse. Una volta messa in sicurezza l’area, la Nos Taurus e la sua omologa francese si sono occupate di risucchiare le sostanze pericolose, evitando il disastro ambientale.

Per fare le cose per bene, comunque, l’esercitazione ha previsto anche l’eventualità che una parte del materiale pericoloso evadesse dall’accerchiamento dei battelli e proseguisse la sua corsa verso la costa. La risposta a terra è stata testata alla spiaggia libera di Motrone, a Marina di Pietrasanta, sotto il coordinamento della Prefettura e con il coinvolgimento dei comuni, delle forze dell’ordine e della Protezione civile. In totale, una cinquantina di persone divise in varie squadra hanno affrontato il problema, isolando l’area potenzialmente pericolosa e procedendo a campionare le sostanze pericolose. Una volta conclusa la prima fase, i rifiuti sono stati rimossi e stoccati per un successivo smaltimento.

I primi risultati dell’esercitazione saranno presentati oggi al Principino di Viareggio nel corso di un briefing condotto dalla dirigente del Ministero dell’Ambiente Emanuela Spadone, che ha presieduto la simulazione. Dopodiché, un team di esperti analizzerà le varie fasi dell’esercitazione per evidenziare punti di forza ed eventuali criticità da cui ripartire per migliorare ulteriormente le prestazioni.

Daniele Mannocchi