Tiziana “Titti“ Monni. A Viareggio per amore: "È facile innamorarsi di un posto così"

Ex geometra e capo cantiere, è nata e cresciuta in Sardegna. Dopo aver lavorato in tutta Italia dal 2007 gestisce il Barbana Cafè. "La città ha difetti, ma il cuore conquista anche quelli e alla fine ti strega".

Tiziana “Titti“ Monni. A Viareggio per amore: "È facile innamorarsi di un posto così"

Tiziana “Titti“ Monni. A Viareggio per amore: "È facile innamorarsi di un posto così"

di Gaia Parrini

Nata e cresciuta a Lanusei, in Sardegna, volata a Torino per lavoro, da dove, geometra e capo cantiere per una società francese che costruiva e ristrutturava attività bancarie e commerciali, ha viaggiato per l’Italia, Tiziana “Titti“ Monni, che, dal 2007, gestisce il Barbana Café, affacciato su Piazza Garibaldi, insieme al marito Maurizio Buonamici. E che, proprio per amore, si è trasferita a Viareggio, innamorandosi, non solo di Maurizio, ma della città stessa.

Dalla provincia dell’Ogliastra, al Piemonte, alla Toscana. Non è mai stata ferma...

"Ho sempre avuto la curiosità e la voglia di conoscere posti nuovi. Già a 3 anni scappavo di casa e mi recuperavano gli abitanti del paese che mi riportavano indietro".

Poi, però, è “scappata“ davvero da casa, trasferendosi a Torino. Perché?

"Ero appena uscita da uno storia d’amore andata male e ho deciso di trasferirmi anche per lavoro. A Torino avevo mio fratello architetto. Dopo 10 giorni lì ho trovato lavoro: il primo è stato l’8 Gallery di Renzo Piano".

E della Sardegna non ha mai avuto nostalgia?

"Come la saudade per i brasiliani, io la chiamo “sardagi“, la nostalgia per la Sardegna. Ma non ne ho mai sofferto, a differenza di mio fratello, che torna spesso e volentieri, perché so che quella è casa, e lì rimarrà. Nel frattempo, voglio scoprire altri luoghi".

Maurizio, invece, come l’ha scoperto?

"Galeotto è stato il cantiere dell’IperCoop a Montecatini. L’architetto che doveva occuparsene preferì andare a Parigi, e allora decisi di venire io. Nella galleria di fronte, al bar dove andavo a prendere il caffè, lavorava Maurizio. Un giorno, una sua collega, propose di fare un aperitivo. Io andai, ma quella collega non arrivò mai. Arrivò solo lui. Da quel momento, dopo solo 15 giorni che ci conoscevamo per quattro chiacchiere al bar, abbiamo cominciato a frequentarci".

E a Viareggio com’è arrivata?

"Maurizio si era già trasferito qui da Ponte Buggianese. Era il 2005, lo conoscevo da soli 6 mesi, ma decisi di lasciare il lavoro e trasferirmi. Dovevo, e volevo, provare. E mi è andata bene".

Dopo poco avete aperto il bar, nel 2007. Il lavoro da geometra non le mancava?

"All’inizio sì, ma poi è passato. Questo, è un lavoro diverso, ma duro allo stesso tempo. Non ci siamo mai pentiti di questa scelta: lavoriamo nella piazza più bella di Viareggio. Io lo chiamo il “centro amministrativo“, c’è il polo sanitario, la dogana, le banche... ed è bello, perché si conosce tanto, tanta gente e, se si è curiosi, la città offre molto da scoprire".

Si potrebbe dire che si è innamorata anche di Viareggio...

"Non so come non si possa non amare un posto come questo. Quando ho cominciato a frequentarla, ho scoperto la bici, ed è stato come tornare bambini. Andavo avanti e indietro da Città Giardino alla Lecciona, questo senso di contatto con la natura è bellissimo. Viareggio ti strega. È vero, ha un sacco di difetti, ma ti innamori prima proprio di quelli, come con le persone. È facile innamorarsi solo delle cose belle".

L’ha vista cambiata da quando vive qui?

"Viareggio è una città grande e piccola allo stesso tempo. Ha tutto a disposizione, come le piccole città, e forti potenzialità, come quelle grandi. E, da quando vivo qui, la vedo migliorata...".

Qual è il suo posto preferito?

"È un posto, che non è un posto...D’inverno, dove trovo parcheggio, attraverso il passaggio per il mare, e mi fermo. È quel metro quadro dove mi siedo, e guardo il mare".

Un amore per il mare che, dalla Sardegna a Viareggio, non l’ha mai lasciata...

"Il conforto che dà il mare non svanisce mai. Da piccola abitavo in una casa scalata sul livello del terreno, e dalla mia finestra vedevo il mare. Quando mi sono trasferita a Torino, vagavo per casa in cerca di qualcosa e non capivo cosa. E poi ho capito cosa...era il mare che cercavo e che cerco, e trovo, tuttora, con lo sguardo, quando attraverso la Passeggiata".