Torre del Lago, 4 agosto 2019 - Non ce l’ha fatta il piccolo Tommaso, il bimbo di due anni e mezzo che giovedì sera, intorno alle 19, ha rischiato di annegare nella piscinetta gonfiabile di casa con cui stava giocando. Un attimo, un solo attimo gli è stato fatale. I soccorsi tempestivi – della mamma prima, dei sanitari poi – lo hanno tenuto aggrappato alla vita per due giorni. Poi, ieri, il dramma: Tommaso si è spento all’Opa di Massa. Troppo gravi i danni che ha riportato in quei secondi in cui non ha respirato.
Dopo essere stato tenuto sotto osservazione per tutta la giornata di venerdì, quello di ieri era considerato il giorno chiave dai medici apuani: se il piccolo si fosse stabilizzato, avrebbero valutato l’eventuale danno neurologico. E invece, per il piccino non c’è stato niente da fare. E’ stato dichiarato morto poco dopo le 17. I familiari, la madre Lorena Montanelli e il padre Matteo Biggio, hanno concesso l’espianto degli organi per la donazione.
La dinamica dell’incidente è stata ricostruita dai carabinieri e dalla polizia (anche scientifica), intervenuti nella casa di famiglia in una stradina fuori mano di Torre del Lago. Il bambino stava trascorrendo un pomeriggio come tanti, in compagnia del fratellino, giocando nel giardino di casa. Poco prima delle 19, quando si avvicinava il momento della cena, i bambini sono stati richiamati dal loro mondo giocoso.
Ma per un attimo il piccolo Tommaso è tornato indietro. Si è rituffato in piscina, e non è più riemerso. La madre è stata la prima a precipitarsi verso di lui. Lo ha tirato su, ha dato l’allarme poco dopo le 19. Già i familiari hanno provato a rianimare il corpicino del piccolo.
Le sirene delle ambulanze, il rombare del Pegaso. I primi soccorsi sono arrivati tempestivamente a Torre del Lago. E i sanitari sono riusciti a rianimare il bambino, trasportato con l’elisoccorso all’ospedale di Massa insieme alla madre che è voluta rimanere al suo fianco. Quando è arrivato all’ospedale apuano, il cuoricino e i polmoni di Tommaso funzionavano, motivo per cui non c’è stato bisogno di attaccarlo all’Ecmo, il macchinario che per qualche giorno, ormai tre settimane fa, ha dato speranza alla piccola Sofia. La prognosi è sempre rimasta riservata, ma in un primo momento il fatto che le funzioni vitali del bambino fossero attive aveva lasciato aperta la porta alla speranza, nonostante la situazione definita «grave».
E invece, ieri mattina le condizioni del piccolo Tommaso si sono aggravate. Intorno alle 17, l’ufficialità: la sua battaglia per la vita era terminata. E ora il caso si sposta in Procura: la magistratura ha aperto un’inchiesta per accertare in modo chiaro e inequivocabile come e perché il piccolo Tommaso sia morto. E’ stato già aperto un fascicolo – per il momento a carico di ignoti – che inevitabilmente sarà aggiornato alla luce del decesso del piccolo, che costituisce un’aggravante. Ma per il momento, resta solo il dolore immenso di una famiglia travolta dalla tragedia più grande.