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Torna il premio Barsanti. La Ducati in passerella

Cerimonia oggi al Sant’Agostino. La celebre casa motociclistica. riconosciuta come eccellenza. Apertura straordinaria per il Museo.

L’ingegner Vincenzo De Silvio è il direttore. di Ducati nel settore ricerca e sviluppo. Si dice orgoglioso del riconoscimento assegnato da Pietrasanta

L’ingegner Vincenzo De Silvio è il direttore. di Ducati nel settore ricerca e sviluppo. Si dice orgoglioso del riconoscimento assegnato da Pietrasanta

Il rombo delle moto della Ducati riecheggerà oggi al Sant’Agostino, dove alle 18 andrà in scena la 23a edizione del premio “Barsanti e Matteucci“. Un evento nell’evento, visto che per la prima volta il riconoscimento internazionale verrà assegnato alle due ruote. A ricevere il trofeo, realizzato dalla fonderia “Del Chiaro“, sarà l’ingegner Vincenzo De Silvio, direttore ricerca e sviluppo della storica azienda di Borgo Panigale (Bo), vicina al centenario essendo stata avviata nel 1926. "Da anni trasformiamo la bellezza in tecnologia e la tecnologia in bellezza – spiega De Silvio – dando vita ad autentiche opere d’arte su due ruote. Ricevere questo premio ci riempie di orgoglio e conferma che il nostro impegno verso la continua ricerca di innovazione e perfezione rappresenta la direzione giusta da percorrere". Non a caso la motivazione del premio ricorda come la Ducati rappresenti l’eccellenza del made in Italy e la massima espressione dell’eleganza sportiva italiana. "Identità e internazionalità sono le linee che uniscono, idealmente, Pietrasanta e Ducati – sottolinea il sindaco e assessore alla cultura Alberto Giovannetti – sono le linee che uniscono, idealmente, Pietrasanta e Ducati. Inoltre insieme a Bosch attribuiremo il riconoscimento per l’innovazione alla ’Erre company’, azienda torinese che opera principalmente in ambito automotive e aerospazio".

Oggi, per l’ccasione, il Museo Barsanti, al primo piano di Palazzo Panichi (piazza Duomo), sarà aperto in via straordinaria dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19. La collezione raccoglie gli oggetti personali, i cimeli e alcuni documenti autografi appartenuti al padre scolopio pietrasantino che insieme a Felice Matteucci inventò il primo prototipo di motore a scoppio.