ISABELLA PIACERI
Cronaca

Torna il San Francesco. La statua del Tomagnini sarà esposta in piazza Diaz

L’opera, intitolata "Il Cantico del sole", fu inaugurata quasi cent’anni fa. L’appello del Gruppo archeologico: "Va sistemata sotto il portico del museo".

I lavori in corso per il restauro della statua di San Francesco

I lavori in corso per il restauro della statua di San Francesco

Il ‘Cantico del sole’ finalmente torna in piazza Diaz. Una storia lunga, tortuosa, per la scultura da anni assente dalla piazzetta con la chiesa di San Michele e il Museo d’Arte Sacra, la piazzetta dei camaioresi. "L’appello adesso è a sistemarla sotto il portico del museo": questo da parte di Francesco Ceragioli del Gruppo Archeologico.

La statua di San Francesco tornerà dunque a breve nella sua Camaiore: il Comune ne ha approvato il progetto di restauro dopo che era stata rimossa per pericolosità. Dal nome “Cantico della Luce”, fu realizzata dallo scultore Arturo Tomagnini, Artom, come copia di un’altra di bronzo per l’Esposizione Quadriennale di Torino del 1927 dove si aggiudicò la medaglia d’oro. Esistono tre versioni bronzee documentate, una a Moncalvo, una nel cimitero di Arenzano e l’altra addirittura ad Omaha nel Nebraska. La nostra in marmo fu inaugurata in Piazza Diaz il 29 aprile del 1928 e vi è rimasta fino al 1944, anno in cui il bombardamento del 22 aprile, che uccise decine di civili, ne mutilò testa e braccia. Si susseguirono tentativi di ricollocazione della statua dopo che ne vennero ricomposti i frammenti.

Un primo restauro avvenne negli anni ‘90, quando fu ritrovata, a distanza di 50 anni, sepolta nel giardino di una casa di riposo in via IV Novembre, mentre tutti pensavano fosse andata distrutta nel bombardamento: da lì lo scultore camaiorese Spartaco Lemmetti, insieme a Claudio Marchetti e Claudio Tomei, coinvolgendo gli studenti dello Stagi di Pietrasanta, ricostruì il San Francesco, utilizzando altri materiali (gesso, resina e elementi metallici): questo non ne garantì la stabilità e causò un cedimento con continue rimozioni per la salvaguardia del manufatto e dell’incolumità pubblica.

Custodita nel deposito comunale, è stata trasportata al Liceo Artistico “Artemisia Gentileschi” di Carrara, dove gli studenti, sotto la supervisione della dirigente Ilaria Zolesi, hanno eseguito gli studi e si sono recati al cimitero di Moncalvo per i calchi e i rilievi in 3D dell’originale in bronzo, così da permettere la ricostruzione dei pezzi mancanti: l’amministrazione ha incaricato il restauratore Alessandro Fonti a procedere con le ricostruzioni in marmo in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Professionale del Marmo “Pietro Tacca” di Carrara (che fa parte del “Gentileschi”), sotto la guida del professor Marco Ambrosini. Ceragioli, studioso del Gruppo Archeologico, ne ha proposto un’altra collocazione per motivi di tutela artistica.

Isabella Piaceri