REDAZIONE VIAREGGIO

Tragedia in un’abitazione: "Senza lavoro che faccio?". Giovane si toglie la vita

A dare l’alllarme i colleghi. Faceva il commesso in un’azienda di Viareggio. I vicini: "Era angosciato dal fatto che non gli rinnovassero il contratto". .

I suoi colleghi di lavoro non avevano sue notizie da almeno tre giorni. Cellulare spento, profili social cancellati, Whatsapp disinstallato. E così uno di loro, sabato sera, è partito da Viareggio, dove il loro collega lavorava da alcuni mesi in un’azienda, andando a cercarlo direttamente a casa, nel comune di una provincia limitrofa dove viveva in affitto. Facendo, purtroppo, la tragica scoperta: riverso ai piedi del letto, ormai privo di vita. L’ipotesi su cui stanno lavorando gli inquirenti è che si tratti di un gesto estremo compiuto per la paura di perdere il lavoro, alla luce anche del contenuto del lungo messaggio che l’uomo, un 46enne originario del sud Italia, ha scritto prima di togliersi la vita. A farlo cadere nella disperazione è la notizia, ricevuta pochi giorni fa, che a fine settembre il suo contratto sarebbe terminato. Un contraccolpo devastante, che unito ad altri pensieri come la necessità di pagare l’affitto deve averlo sopraffatto fino alla decisione di farla finita.

Sarà l’autopsia a chiarire con esattezza la modalità del tragico gesto. Al momento si parla dell’assunzione di un quantitavo notevole di barbiturici, come hanno appreso i vicini di casa durante l’intervento di polizia, vigili del fuoco e automedica. Era stato un residente, sabato sera intorno alle 20.30, ad accorgersi che qualcuno stava suonando con una certa insistenza al campanello del 46enne. Si trattava appunto di un collega preoccupato per quel telefono spento da tre giorni. I vicini, inclusi i proprietari della casa affittata al 46enne, hanno assicurato di averlo visto per l’ultima volta venerdì mattina mentre portava a spasso il cane. A quel punto, preoccupati anche loro visto che la macchina dell’uomo era parcheggiata nelle vicinanze, hanno provato a chiamarlo e a bussare alla finestra, ma senza ottenere risposta. Essendo però la finestra semi-aperta, sono riusciti a spostare la zanzariera – l’appartamento si trova al piano terra – scorgendo in lontananza l’uomo riverso ai piedi del letto. Con il cuore in gola sono stati allertati sia il ’112’ che il ’118’, e nel frattempo i proprietari hanno preso le chiavi dell’appartanmento aspettando i vigili del fuoco prima di aprire la porta.

Pochi minuti dopo è arrivato il mezzo dei vigili del fuoco, i quali una volta entrati in casa hanno potuto solo constatare il decesso dell’uomo. Il successivo intervento dell’automedica ha fatto emergere che il tragico gesto molto probabilmente risaliva a una dozzina di ore prima, quindi a sabato mattina. La polizia scientifica ha acquisito tutti i rilievi utili all’indagine, incluso appunto il lungo messaggio lasciato su un tavolo e scritto per scusarsi del gesto spiegandone i motivi. Gli agenti hanno poi raccolto le testimonianze sia del collega di lavoro che dei vicini di casa. Nessuno di loro avrebbe mai immaginato una tragedia simile in quanto non c’erano stati segnali o avvisaglie particolari che facessero pensare a uno stato depressivo così grave. In attesa dell’autopsia, gli inquirenti hanno intanto avvertito i familiari per tutte le procedure di rito, dal riconoscimento del loro caro fino al ritiro degli oggetti personali e il trasferimento della salma per i funerali.

Daniele Masseglia