"Basta promesse sulla sicurezza ferroviaria, Salvini faccia chiarezza. Come intende garantire che il trasporto ferroviario delle merci, e in particolare di quelle infiammabili, sia compatibile con la sicurezza pubblica e dei lavoratori coinvolti?". Lo chiedono con un’interrogazione i deputati toscani del Partito Democratico Emiliano Fossi, Marco Simiani e Marco Furfaro, dopo il principio d’incendio su un vagone carico di Gpl verificatosi lo scorso 3 febbraio alla stazione di Viareggio.
"Vorremmo ricordare che soltanto nel corso del 2022 il Comitato macchinisti cargo ha indotto sette scioperi per denunciare le attuali criticità sulla sicurezza chiedendo a Trenitalia maggiori investimenti tecnologici capaci di limitare i margini di errore umano - sottolineano i deputati Pd -. E, secondo i dati resi noti dall’Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie (Anfisa), lo scorso anno sono stati controllati 400 treni merci con lo stesso sistema frenante del convoglio fermato il 3 febbraio scorso a Viareggio. Anche Marco Piagentini della onlus ‘Il Mondo che vorrei’ che riunisce i familiari delle vittime della strage del 29 giugno 2009, ha dichiarato di aver spesso denunciato che i pattini dei freni di questi treni sono difettosi. Nel 2021 Anfisa ha sollevato la questione sia in sede nazionale, richiedendo agli operatori come misura immediata di abbassare la velocità di marcia, sia in sede comunitaria sollecitando l’Agenzia europea per la sicurezza delle Ferrovie che ha avviato una procedura d’urgenza. Il sindaco di Viareggio Del Ghingaro ha chiesto più volte, ma senza ottenere risposta, la costituzione di un osservatorio con sede a Viareggio riguardo al transito delle merci pericolose sui binari", ricordano Fossi, Furfaro e Simiani.
E si dice sgomento il sindacato dei ferrovieri Cub Trasporti che proprio sul funzionamento dei treni aveva fatto un esposto il 31 gennaio di un anno fa, senza ottenere risposte. "In particolare abbiamo segnalato che la sostituzione delle suole in ghisa nei carri merci (ritenute troppo rumorose) con le suole in materiale composito denominate “LL”, meno efficaci, ha prodotto dal 2019 al 2023 più di 40 casi di inconvenienti di esercizio, che hanno dato luogo al bloccaggio dei freni, a surriscaldamenti, fiamme e deragliamenti. Peraltro il convoglio del 3 febbraio, prima di essere fermato a Viareggio aveva già percorso quasi 5 chilometri con i freni bloccati, rischiando di deragliare".