MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Da truffato ad accusato di riciclaggio. Il calvario di un operaio iniziato con la richiesta di un prestito

L’uomo ha risposto ad un annuncio su Facebook che prometteva finanziamenti a condizioni vantaggiose. Al broker fasullo ha consegnato tutti i risparmi e i dati personali, utilizzati dai malviventi per compiere altri reati

L’impegno della Polizia postale per stanare i truffatori della rete (Fotografia di repertorio)

L’impegno della Polizia postale per stanare i truffatori della rete (Fotografia di repertorio)

Viareggio, 31 gennaio 2025 – “Mi date la vostra parola che questo è l’ultimo pagamento?”. L’uomo, nel momento in cui digita quel messaggio, é ignaro che il calvario cominciato per la richiesta di un prestito on-line, invece, é solo all’inizio. E che a lui, prosciugato pian piano di tutti i risparmi, nei mesi successi arriveranno una sequela di denunce per truffa davanti a numerosi tribunali d’Italia. E da ultimo, forse solo in ordine di tempo, un rinvio a giudizio per riciclaggio.

È l’epilogo di una storia, infida come le sabbie mobili, cominciata a febbraio del 2021. Quando un operaio versiliese – tutelato dall’avvocato Enrico Carboni – ha risposto ad un annuncio su Facebook che prometteva un finanziamento, fino a 7mila euro, a condizioni agevolate. Dal social la conversazione si è spostata su Whatsapp, dove un fuffa-broker ha subito chiesto all’uomo un bonifico di 95 euro per poter avviare la pratica. E da quel momento, con le scuse più disparate, le richieste di denaro si sono sommate.

Questo l’incipit di una truffa dai risvolti paradossali. Subito, per ottenere quel prestito farlocco, il falso broker ha chiesto altri 250 euro come “quota di attivazione”, poi 30 euro per “i costi di legalizzazione”; 65 euro per “l’acquisto di un timbro”, poi ci sono da pagare “le commissioni di autenticità della banca”.... Di fronte all’ennesima richiesta l’operaio, come raccontano le chat, sbotta: “Ma avevate detto che questo era l’ultimo pagamento...”. Si insospettisce: “Chi mi assicura che non è una truffa?”. Si dispera: “Non ho più un euro in tasca”. Ma pur di riuscire ad ottenere quel finanziamento cerca i soldi, e continua a pagare. Ma non solo, consegna al falso broker anche i suoi dati personali. Pure le password d’accesso ai social e delle carte prepagate che i truffatori gli acquistano.

E nella speranza di rientrare dei soldi versati, alla fine, si lascia convincere anche ad aprire un conto e-commerce. L’ennesima trappola, perché su quel conto l’organizzazione truffaldina ha fatto arrivare, all’insaputa dell’operaio, i bonifici per oggetti messi in vendita sulle piattaforme on-line e mai recapitati agli acquirenti, che a loro volta sono rimasti vittime di un raggiro e dunque hanno sporto denuncia. Così passano i mesi, il finanziamento richiesto non arriva e nel maggio del 2022, dopo oltre un anno di astute promesse, l’uomo decide di sporgere denuncia.

Nel frattempo però, per quelle vendite fasulle on-line, seguendo il flusso dei pagamenti, gli inquirenti sono risaliti all’operaio versiliese, che a sua volta è stato denunciato. Per i primi procedimenti instaurati a suo carico l’uomo è stato scagionato. E mentre i responsabili del raggiro si nascondono nell’etere, sull’uomo ora pesa anche un’accusa per riciclaggio. “Sui conti a suo nome ma gestiti dall’organizzazione – spiega l’avvocato Carboni – è stato fatto circolare denaro provento di un’attività illecita; di tutto ció il mio assistito non ne era consapevole e comunque estraneo”. Finito, per un piccolo prestito, in un vortice che l’ha risucchiato. Come le sabbie mobili.