
Tsunami di decreti ingiuntivi Incubo pignoramenti per i versiliesi
Uno tsunami di richieste di pagamento e di decreti ingiuntivi sta travolgendo le famiglie versiliesi. Le rate non pagate per l’acquisto del mobilio o il mutuo divenuto insostenibile si trasformano in motivo di stress emotivo non da poco per tanti utenti che perdono il sonno di fronte allo spauracchio di pignoramenti o immobili all’asta. Da qualche tempo è sotto gli occhi di tutti un aumento esponenziale di richieste di pagamento da parte di società dai nomi talvolta molto pittoreschi e di cui il debitore mai ha sentito parlare prima (Gandalf, Leviticus, Red Sea, Exodus, Projec Ace, Prelios, Cherry Bank, Lex, Yoda): tra le società più attive nel recupero crediti nella zona della Versilia ci sono Banca Ifis, Lex Sorec, Prelios, Amco, DoValue, Intrum, Cerved. Nella qualsi totalità dei casi la somma richiesta è infatti stata ceduta da primarie banche e finanziarie (Mps, Cr Lucca, Intesa Sanpaolo, Agos Ducato, Cr Firenze, Consumit, Findomestic ecc) ad una seconda società che cerca di recuperarlo talvolta per mezzo di una terza società.
E’ l’avvocato Roberto Polloni, da sempre attivo nella difesa degli utenti bancari anche quale delegato dell’associazione di tutela degli utenti bancari Adusbef, ad illustrare quanto sta accadendo e gli strumenti che ha in mano il diretto interessato. ""Le società cessionarie – esordisce il legale – agiscono per recuperare crediti di tutti i generi quali quelli garantiti da ipoteca derivanti da mutui ipotecari per l’acquisto della prima casa o di immobili ad uso commerciale oppure da finanziamenti (credito al consumo, per l’acquisto di auto, elettrodomestici, mezzi di lavoro, scoperti di conto corrente, ecc) cosiddetti chirografari in quanto non assistiti dall’ipoteca. Le richieste di pagamento se relative a importi modesti avvengono quasi sempre a mezzo telefono con chiamate assillanti che molto spesso assumono anche toni aggressivi e molesti. Se invece il credito è di importo più rilevante, dopo l’invio di lettere ordinarie o raccomandate seguono purtroppo atti giudiziari quali atti di precetto e decreti ingiuntivi. Molte volte le società di recupero, sia telefonicamente che per iscritto, minacciano pignoramenti immediati e di ogni genere come se fosse possibile azionare una tale procedura senza passare dal vaglio del giudice e senza possibilità di opporsi se ricorrono valide ragioni. Tale forma di pressione crea nelle persone prive di cognizioni in materia legale una forte ansia e stress tali da portarle a cedere alle richieste di pagamento anche se in realtà non sarebbe dovuto in tutto o in parte".
Data l’abnorme numero di sofferenze, cioè di insoluti, il recupero dei crediti è divenuta la prima attività economica del Paese. Lo stock complessivo dei crediti gestiti a fine 2021 è indicativamente pari a 305 miliardi, mentre il relativo mercato europeo nel suo complesso ammonta a circa a 1.400 miliardi. Nell’ultimo quinquennio i flussi di nuovi crediti NPL volturati in media ogni anno ai veicoli di cartolarizzazione sono pari a circa 40 miliardi, questi sono rappresentati in misura prevalente da sofferenze. Nel periodo 2015 - 2021, le principali banche italiane che tramite operazioni di cartolarizzazione hanno messo in atto iniziative di cessioni di crediti non performanti sono: Unicredit per circa 47 miliardi; Mps circa 43 miliardi; Intesa San Paolo 25 miliardi e Banco Bpm 19 miliardi. Queste società hanno acquistato i crediti dalle banche o dalle finanziarie con le rispettive garanzie, cioè con le fideiussioni e le ipoteche collegate alle posizioni.
Francesca Navari