Non come un’eredità, ma come un ultimo dono d’amore per una città, e una cultura, a cui si sentiva vicino pur abitando distante. Questo è l’ultimo Pulcinella donato a Napoli da Gaetano Pesce – tra i massimi esponenti del design contemporaneo scomparso lo scorso aprile a 84 anni –; cresciuto per 12 metri, fino a sfiorare il cielo più azzurro che c’è, tra le mani di Luca Bertozzi. È proprio alle mani libere e pure ligie, curiose e rigorose di Bertozzi – artista del Carnevale, che dal Carnevale di tanto in tanto evade per dedicarsi a nuovi progetti insieme alla sua squadra – che Pesce aveva espressamente affidato l’esecuzione dell’opera “Tu si na’ cosa grande“, alla quale aveva lavorato negli ultimi due anni di vita per il programma di arte pubblica “Napoli contemporanea” promosso dal Comune.
L’installazione – che verrà inaugurata oggi in piazza Municipio – è composta da due sculture in dialogo fra loro, che di notte si illuminano dall’interno. La prima è una rivisitazione dell’abito di Pulcinella, appoggiato a una struttura metallica di 12 metri e mantenuta in equilibrio da cavi su cui si attorcigliano fiori sintetici di diversi colori. La seconda, posta di fronte alla prima, è un cuore rosso alto cinque metri trafitto da una freccia metallica che lo sostiene. Una dichiarazione d’amore nata dalla creatività di Pesce, e cresciuta negli hangar della Cittadella. Da cui l’opera è partita la scorsa notte, scortata dalla ditta viareggina “Autotrasporto Lunardini“.
L’incontro, professionale, con il genio del design che si è fatto arte, "È stato casuale – racconta Bertozzi –, tramite un passa parola". Pesce cercava un esecutore per realizzare “Arrow and the Heart“, opera esposta a Biarritz e poi riprodotta per New York "e un mio ex compagno di Accademia gli fece il mio nome". Bertozzi non ha mai potuto incontrare Pesce, "Però, del tutto inaspettata, una sera mi arrivò una telefonata da New York. Era lui. Si complimentò per la cura del lavoro, ma soprattutto per la sensibilità ". E così, dopo quel lavoro, è arrivato “Tu si ’na cosa grande“.
mdc