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Alessandro Santini, capogruppo della Lega in consiglio comunale
"Sinceramente, davanti al dolore e alla sofferenza dei malati terminali, non mi sento assolutamente in diritto di poter negare una scelta che può essere solo loro e personale". Così il capogruppo della Lega in consiglio comunale, Alessandro Santini, si è espresso a favore dell’approvazione delle legge Toscana che regola il suicidio medicalmente assistito. L’atto normativo ha riportato all’attenzione una questione spesso rinviata nell’agenda politica, e lo stesso ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha sottolineato in queste ore la necessità di una legge nazionale. Suscitando al contempo profonde riflessioni e contrapposizioni etiche, politiche e sociali. Da cattolico Santini non ha dubbi: "La medicina deve fare il suo corso, ma davanti all’impotenza e all’impossibilità di poter fare oltre da parte dei medici, mi trovo totalmente contro l’accanimento terapeutico e contro il voler allungare un’agonia che non ha e non avrebbe nulla né di umano né di cristiano". "La fede – prosegue – è importante ed è necessaria per la mia vita, non mi sostituisco alle scelte di Dio, non mi permetto di dare giudizi, ma davanti a dolori atroci e sofferenze indicibili, la pietà umana deve fare giustamente il suo corso. Non siamo animali, abbiamo un cervello e abbiamo coscienza di ciò che il malato sta sentendo e provando, e se in piena coscienza decide del suo destino oppure noi siamo consapevoli della scelta già fatta, non possiamo fare altrimenti. Se poi devo assistere alla sofferenza lancinante ed indicibile di una persona in fin di vita, non statemi a giudicare se farò quello che farei e che ho già fatto anche per un cane che sta soffrendo e sta per morire. L’ho fatto per un cane – conclude –, figuriamoci se non lo farei per un cristiano"