REDAZIONE VIAREGGIO

Un gioiello tecnologico. Il Diamond 44 metri personalizzato dagli artigiani locali

Oltre 150mila ore di lavoro per consegnare chiavi in mano questo yacht. Un’unità che ha un prezzo base di 22/24 milioni che salgono con gli extra.

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Ci sono volute circa 150mila ore di lavoro di centinaia di persone per consegnare, chiavi in mano, il 44 metri Benetti “Papa Joe” al suo armatore. È il dato che più di ogni altro fa capire il successo di questa linea di navi da diporto, e alla leadership mondiale del cantiere della famiglia Vitelli. La “barca” varata ieri è la settima di un totale di undici yacht ordinati: tra pochi giorni lo stesso scalo sarà occupato da un’altra unità, e le consegne sono scadenzate di anno in anno. I ben informati (ma sarà davvero così?) parlano di un prezzo base sui 22 - 24 milioni di euro, ovviamente tendente al forte rialzo per gli extra che l’armatore ha scelto in un “catalogo” pressoché infinito. Ma che è espressione diretta delle raffinatissime aziende italiane del luxury. D’altra parte gli armatori di questi gioielli del mare vogliono prima di tutto il “Made in Italy” espresso al top delle potenzialità, e che la cantieristica di Viareggio riesce a soddisfare al massimo in ogni più piccola esigenza.

Tanto è vero che per avere uno yacht come il “Papa Joe“, occorre aspettare fino al 2027, sempre se venisse ordinato oggi. Il motor yacht ha una lunghezza di 44 metri, larghezza 9 metri, immersione di 2,30 metri, per 471 tonnellate. Scafo in vetroresina, casse combustibile 60.000 litri, casse acqua 8.000 litri, 5 cabine per 12 persone, due motori Man da 1.400 cavalli, velocità massima 15 nodi (27 km all’ora). Sullo scalo inclinato dell’8%, le lavorazioni a finitura sono eseguite dai tecnici che stanno in piedi su di un apposito legno detto “cuneo di caduta” che, di fatto, permette di lavorare correttamente in posizione eretta, annullando quindi l’effetto discesa che si vede dall’esterno della barca. Altra curiosità: il grasso che viene usato per facilitare lo scivolamento dell’invaso che sostiene la costruzione, si chiama CC4, è prodotto da Eni, ne occorrono 3 fusti da 180 chili ogni volta, ed è ovviamente biodegradabile e prodotto soltanto per questo tipo di esigenza.

Come fa rilevare l’architetto Giorgio Maria Cassetta, il designer degli esterni "si distingue per linee imponenti e solenni" e, inoltre "il layout è stato studiato per enfatizzare e sfruttare al meglio gli spazi, sia all’esterno sia all’interno, garantendo la massima comodità e un’accoglienza senza pari, a partire dallo specchio di poppa con l’elegante beach area completamente attrezzata e arredata con lounge sofa e bar, e dotata di una porta a vetro fumé apribile a scorrimento affacciata sul mare". A poppa si trova anche lo spazioso garage che può accogliere un tender di 6 metri e due jet ski. Agli interni si guarda più all’eleganza, tipo gli inserti in palissandro e rovere e dove le scelte cromatiche di toni chiari e neutri si accostano a dettagli di colore come accenti di turchese, il marrone nella cabina armatoriale, il bordeaux-prugna nel salone e una peculiare tonalità di rosso Levanto selezionata per il tavolo da fumo.

Walter Strata