A quasi un mese dalla morte dell’attivitsta Mario Giannelli, Filippo Antonini dell’Anpi ne ricorda le battaglie per le fasce sociali più emarginate.
"Mario, nella sua lunga vita politica, ha portato avanti molte lotte: per l’ambiente, contro l’asse di penetrazione, per il diritto alla casa e alla salute – scrive Antonini –; è stato a fianco degli operai licenziati, degli sfrattati, dei prigionieri politici, del popolo palestinese, cubano e curdo; vicino ai familiari della strage di Viareggio per la verità e la giustizia e agli immigrati che fuggono da guerre e miseria. Ho conosciuto Mario nei primi anni Novanta, nel movimento studentesco. Insieme abbiamo militato nei Giovani Comunisti di Rifondazione, mi ricordo di nottate ad attaccare manifesti, a fare striscioni e a preparare volantini, con Paolo Fantechi e Omar Salvagno, purtroppo morti prematuramente anche loro. Eravamo insieme in piazza a Genova, nelle tragiche giornate del luglio 2001; Mario fu colpito in volto da un candelotto sparato dalla polizia e la morte di Giuliani ci segnò profondamente".
"Ultimamente c’eravamo un po’ persi di vista – continua Antonini – ma c’eravamo incontrati nel corteo per Said. Pochi giorni prima che tu morissi, ti avevo sentito combattivo contro il “Decreto Sicurezza” e mi volevi parlare di elezioni amministrative. Te rivoluzionario, che però non disdegnavi mai i piccoli passi, i piccoli spazi che si possono aprire e le piccole conquiste per i diseredati. Il giorno dopo la tua morte, ho osservato la città che si svegliava. nel solito tram tram quotidiano, e ho capito quanto aveva perso. Viareggio ha perso una voce critica e autonoma, un animo combattivo ed una persona generosa. Ritengo che il modo migliore per ricordare Mario, sia quello di intitolargli una strada per chi non ha diritti, una casa, un medico o una residenza. Via Mario Giannelli, già via dei Vageri".