Viareggio, 11 ottobre 2019 - RICHIEDERA’ più tempo e anche più risorse del previsto l’intervento di ristrutturazione dell’ormai ex piscina comunale. La cooperativa milanese «Aquasalus», che dopo il fallimento della Viareggio Patrimonio ha acquistato l’impianto di via Salvatori all’asta per 640mila euro, sta predisponendo il progetto definitivo. Che sarà pronto a breve, e che non potrà prescindere da un profondo intervento di ripristino del tetto, col tempo andato in malora.
«Complessivamente per la riapertura – ha spiegato Franz Bordin , delegato della società lombarda – servirà un investimento da un milione di euro». Più che meno. Nel frattempo l’erbaccia si è presa i vialetti d’ingresso, i vetri sono appannati dalla polvere così spessa che non si può neppure sbirciare oltre, e la ruggine si è arrampicata sui ferri scoperti.
L’acquisto definitivo della piscina, bandita a giugno del 2018, è stato formalizzato a maggio scorso, poi il sopralluogo per valutare lo stato della piscina e quindi la stima di costi e i tempi. «Nel corso delle valutazioni – ha aggiunto l’imprenditore milanese – si sono manifestate delle problematiche strutturali e di conseguenza la necessità di lavori abbastanza importanti, per cui appena sarà possibile daremo il via al cantiere». L’ipotesi di riapertura, inizialmente prevista tra la fine di quest’anno e la prossima primavera, è dunque slittata: «A questo punto la previsione è settembre 2020». Quindi per la futura stagione agonistica.
Dopo tre anni ‘a secco’ e dopo aver girato gli impianti di mezza Toscana in cerca di una vasca, le associazione sportive aspettano con impazienza di poter tornare ad allenarsi finalmente a casa. «Ovviamente – prosegue Bordin – daremo spazio e disponibilità a tutte le realtà sportive della città, che ha una grande storia e un futuro altrettanto prestigioso». Più forte delle difficoltà e degli impedimenti ‘strutturali’. «Faremo il possibile per dare spazio a tutti (la piscina comunale ospitava le associazioni e anche gli studenti del liceo sportivo per le lezioni pratiche ndr) . Ma rispettare totalmente le logiche del passato e le aspettative – ha concluso Bordin – sarà difficile».
Tradotto, senza i contributi pubblici e con un bilancio da far quadrare i prezzi degli ingressi singoli e degli abbonamenti saranno inevitabilmente ritoccati. E anche la funzione sociale dovrà integrarsi, gioco forza, con i corsi e le attività private.
Martina Del Chicca