MARTINA DEL CHICCA
Cronaca

Un piano per S. Andrea: "Salvaguardare il pino e le antiche suggestioni di un luogo identitario"

La proposta dell’architetto Giovanni Maffei Cardellini e di Italia Nostra

Un piano per S. Andrea: "Salvaguardare il pino e le antiche suggestioni di un luogo identitario"

L’idea di proporre un’ipotesi progettuale per valorizzare la piazzetta di Sant’Andrea "nasce da una chiacchierata tra amici", racconta l’architetto Giovanni Maffei Cardellini. Nasce dai ricordi d’infanzia trascorsa sul sagrato della chiesa, dove, più di due secoli fa, “il mare placido rompeva a cento metri dalla gradinata“. Così Lorenzo Viani, che a “Il Sant’Andrea“ ha dedicato, oltre ad uno scritto, anche un dipinto, canovaccio di quotidianità in cui il bianco nitido della facciata fa da sfondo all’incontro di varia umanità. I borghesi e il popolo. Quei pescatori che per rientrare in porto s’orientavano senza bussola puntando le prue sulla statua marmorea del Santo protettore “visibile dalla foce della Magra a quella del Serchio“.

Ma soprattutto questa suggestione progettuale "nasce dalla volontà di custodire l’identità dei luoghi che rappresentano la storia di Viareggio" ha spiegato ancora Maffei Cardellini nell’incontro promosso da Italia Nostra Versilia nella chiesa dei Sette Santi Fondatori.

L’idea è semplice, e si ispira alla linearità e alla pulizia che in origine caratterizzavano questo sagrato: liberare la facciata a monte dai vecchi ceppi delle palme mutilate e realizzare lì "un giardino – prosegue Maffei Cardellini – attraversato da un camminamento che indica, nella sua prospettiva, la croce delle indulgenze", soffocata oggi da una cabina dell’Enel, dai bidoni dell’immondizia, motorini e auto e parcheggiate senza criterio...

Il progetto si inserisce nel piano salvaguardia del pino, monumentale per la sua bellezza, che svetta proprio a ridosso della croce. "Ricordo ancora – ha raccontato l’avvocato Jhon Gattai – quando fu piantato. Era il 1945, forse ’46. E con mia nonna ci fermammo da Gambalunga per comprare le lingue di gatto". Il pino arrivò in una grande cassa di legno, "che conteneva anche il fittone. Questo gli ha permesso di crescere in salute". Ma le sue radici possenti oggi spingono in cerca di ossigeno sollevando l’asfalto. E dunque per mettere in sicurezza il pino e ripristinare la strada Italia Nostra ha aperto una raccolta fondi, "Servono 10mila euro. La Banca del Monte e Mover, grazie all’interessamento del consigliere Zappelli e dell’assessore Pierucci, hanno già proposto di contribuire". E la diocesi di Lucca abbraccia la suggestione: "Sono felice che intorno a questa piazza, che è patrimonio di tutti, ci sia tanta sensibilità" conclude padre Steven.