Viareggio, 1 settembre 2024 – Le meduse si sono prese il mare di un’estate che non vuole finire. A riva, trascinate su e giù dalla risacca, ne rotolano a decine arrivate ormai al termine del loro breve navigare. Sulla battigia i bagnini si muovono come rabdomanti stringendo tra le mani il legno dei retini, mentre i bagnanti si avventurano in acqua con un parente o un amico a fare da “palo“, che li orienta dall’alto ("Attento ne hai una sinistra, due bracciate e ne trovi una alla tua destra") durante una nuotata nel brodo salato che (forse) mai così tanto il sole aveva riscaldato.
"Da una ventina di giorni, e anche qualcosa di più, siamo a trenta gradi nei primi dieci centimetri sotto il pelo dell’acqua" spiega il biologo marino Silvio Nuti. E gli effetti di questa condizione, da clima subtropicale, stanno inevitabilmente mutando anche le dinamiche marine.
Così, insieme al più comune polmone di mare, con cui viareggini e versiliesi hanno da sempre familiarità, sulla nostre coste, da pochi anni, ha cominciato ad affacciarsi la pelagia noctiluca, nota come medusa luminosa. Piccola, rosata, e particolarmente urticante, "capace di provocare ustioni di secondo grado" dice l’esperto.
Ne ha fotografato un esemplare proprio ieri Gabriele Levantini, nelle acque della Lecciona immuni dal lavarone e così limpide da poter contare le increspature della sabbia sul fondo. "Parliamo di una specie molto comune del Mediterraneo – prosegue Nuti, fondatore del centro di ricerca Cetus che dal 2000 monitora il santuario dei cetacei – che nelle nostre zone potevamo trovare in particolare intorno alle isole, all’Elba e in Capraia, e che spinte dalla corrente, trovando un ambiente favorevole, è arrivata sulla costa meridionale e ora, governata dal vento, sta risalendo verso Nord. Quindi sì, sempre più di frequente capita di incontrare una pelagia noctiluca anche sulle nostre rive".
Il consiglio è mantenersi a debita distanza, perché oltre ai tantacoli ben visibili la medusa luminosa ha due filamenti impercettibili che possono allungarsi fino a trenta o quaranta centimetri.