
Simona Lippi e Ginevra Barghetti, la mamma e la. sorella di Viola, durante la mostra fotografica allestita a Villa Paolina
Provare a cambiare in meglio il mondo, essere ricordata per qualcosa di bello: questo era il sogno, immenso, di Viola. Appuntato a penna nelle pagine di un diario, che è diventato testimonianza di una vita tanto vissuta ma troppo breve. E Viola Barghetti – diciotto anni per sempre, di anticonformismo, di coraggio e di bellezza, – quel sogno, così alto da sembrare irraggiungibile, continua a realizzarlo. Con la forza, ostinata, dell’amore. Più forte di un addio.
Per amore sua madre, Simona Lippi, e sua sorella, Ginevra Barghetti, con quel diario tra le mani, a marzo scorso hanno fondato l’associazione “L’Artefice Viola“, che attraverso l’arte, come forma di comunicazione globale , custodisce il ricordo e incoraggia a sognare. "Quando abbiamo aperto il tesseramento erano passati tre mesi dalla morte di Viola – racconta la mamma, Simona – , e l’unica possibilità che avevamo per sopportare il dolore, di fronte al quale non c’è via di fuga, era costruirci intorno una speranza". La più grande è alleviare il ricovero dei piccoli pazienti di oncoematologia pediatrica di Pisa, a cui l’associazione ha già donato materiale da disegno e dei frigoriferi per le camere, e poi contribuire alla ricerca medica. Perché il mondo possa guarire dal “male del secolo“.
Un osteosarcoma ha infatti interrotto il viaggio di Viola a dicembre 2023, dopo un anno di cure. Durante il quale non c’è stata solo la malattia. C’è stato un viaggio di famiglia a Parigi, quando gli accertamenti clinici erano già cominciati; la scuola, il quarto anno dell’istituto d’arte “Stagi“, frequentata in Dad, durante i ricoveri, ogni giorno, anche in quelli più faticosi; decine di disegni abbozzati sui quaderni e di romanzi divorati per evadere dal tempo e dallo spazio; la festa dei 18 anni, con la corona da principessa sulla testa e le scarpe da ginnastica ai piedi; la piscina montata in giardino, e quel bagno in mare alla fine di un’estate conquistata con tenacia. E poi il rientro in classe, a settembre, per il primo giorno di scuola dell’ultimo anno. "Un giorno stupendo, perché Viola era felice". Aspirava al massimo dei voti alla maturità, e anche se non ha avuto il tempo di sostenere l’esame il diploma le è stato assegnato. Per merito.
"In questo anno – prosegue Simona, che insieme a Ginevra ha condiviso la storia della sua famiglia nel libro “Viola“ – ho avuto il privilegio di stare accanto a mia figlia, di entrare nel suo mondo, guardare insieme le serie tv che le piacevano, leggere i libri che leggeva, ascoltare le canzoni che ascoltava... Starle così vicina da imparare anche a vedere il mondo con il suo sguardo". Con piglio critico, in particolare verso ogni ingiustizia e violenza, che Viola detestava più della minestra che le passavano in ospedale ("e ti assicuro che non poteva nemmeno sentirne l’odore", sorride Simona, ripensando alle smorfie di Viola); ma sempre con fiducia. E la convinzione che chiunque, volendo, può fare qualcosa per migliorare il mondo. Per lasciare qualcosa di bello.
Ed è in questa direzione, la stessa ostinata direzione di Viola, che cammina anche “l’Artefice Viola“, che ha scelto l’arte, un filo che unisce queste “tre ragazze magiche“, Simona, Ginevra e Viola, come mezzo per realizzare progetti di solidarietà. E l’associazione ora è più di uno spazio ideale, da oggi è anche uno spazio fisico. Dalle 16, e fino a tardi, sarà infatti inaugurata la sede della onlus, in un fondo al 79 di via Machiavelli a Viareggio. Per settimane Simona, insieme a Ginevra, e tutta la famiglia, ci hanno lavorato. I muri ritinti di un bianco caldo, il soppalco rialzato da nonno Bruno Attilio, i mobili recuperati nei mercatini e rinnovati con una pennellata di celeste profondo . Al centro della sala un grande tavolo di legno, dove Ginevra, che studia decorazione al quinto anno dell’Accademia d’Arte di Carrara, terrà corsi creativi aperti a chiunque voglia partecipare. Le pareti, e le mensole della libreria, sono invece a disposizione di chi è in cerca di uno spazio in cui esporre, e il ricavato di ogni attività sarà destinato ai progetti di e di ricerca. E per esporre i suoi scatti si è già prenotato Marco Bergamini, il fisioterapista che ha seguito Viola nel percorso di recupero dopo il primo intervento. "Con lei condivideva la passione per la fotografia, e grazie a Viola io oggi ho trovato un amico". Molte delle persone incontrate nell’anno più difficile ed intenso sono rimaste nella vita di Simona e di Ginevra, "i medici, le infermiere, i professori di Viola", che ha lasciato qui, su questa terra, qualcosa di infinitamente bello. E umano.