
L’evento si svolgerà domani sera al Barlume di Marina di Carrara, l’ideatore è Daniele Squatrito grande protagonista delle notti d’estate. In consolle Sandro Pozzi, Stefano Natali e Armando Jee.
Tutto ebbe inizio nel 1971 e quel locale a due passi dal mare tra il pontile di Forte dei Marmi e la Capannina piacque subito. Oltre trent’anni di gestione ininterrotta nel segno di un nome solo: Alberto Cavallini. Un vero signore della notte: geniale, sempre al passo con i tempi, capace di sperimentare vie nuove con sempre l’obiettivo di far divertire. Tutto questo e molto altro era il Midhò che quando venne realizzato era la Caravella. Domani, giovedì, si riaccenderanno le luci del ricordo in una serata destinata a entrare nel cuore di chi ha vissuto gli anni d’oro della Versilia. Ha per titolo "Midhò Story" ed è un evento remember che ci farà tornare piacevolmente indietro nel tempo. Al posto del Midhò ora ci sono appartamenti di lusso, fondi commerciali e per ufficio. La location di domani sera è il BarLume, locale di Marina di Carrara, e l’idea è stata di Daniele Squatrito grande protagonista della Versilia ruggente. E’ stato direttore del Midhò ma anche della Capannina di Franceschi e della Bussola di Focette.
L’omaggio di domani sarà all’insegna della musica con alla consolle tre protagonisti che hanno caratterizzato l’epopea del locale di Alberto Cavallini. Stiamo parlando di Sandro Pozzi, Stefano Natali e Armando Jee. Sono stati invitati anche coloro che facevano parte del personale dello storico locale. Ma non sarà solo un’operazione amarcord. Il Midhò è stato un locale che al contrario di quelli storici si è evoluto e modificato nel tempo, intercettando i gusti di un pubblico di tutte le età. Era la filosofia del suo fondatore, protagonista di una vita di successo. Alberto Cavallini da barman è diventato imprenditore come ha sottolineato il collega Umberto Guidi nel bel libro fotografico che nel 2001 celebrò il trentennale. Nel febbraio 1971 quando l’avventura partì per la Caravella c’erano tante speranze ma anche punti interrogativi. Che aumentarono quando nella notte tra il 22 e 23 giugno 1973 la Caravella andò a fuoco. Esattamente un anno dopo, tra mille difficoltà, la Caravella ripartì con l’impegno economico di Cavallini nonostante che l’edificio non fosse suo (lo acquisterà nel 1983). E la lungimiranza del patron venne premiata perché fu un escalation travolgente , fatta di scelte mai scontate e vincenti. I più grandi uomini e donne della musica italiana sono passati davvero tutti da quel locale. Un giovane intrattenitore era Giorgio Panariello.
Ma furono ospiti anche i personaggi del cinema e dello sport. Nella seconda metà degli anni Ottanta i Caravella Games, nel luglio 1990 il rinnovato piano bar con una propria pista e una console da dj. Due anni dopo il cambio di nome: ecco il Midhò, e l’idea di rovesciare il locale portando la principale attrattiva al piano superiore con la magica terrazza sul mare. Ma Alberto era uno che non si fermava mai. Nel 1989 aveva lanciato la lambada, un ballo che nessuno conosceva, sin dagli anni Novanta aveva puntato sulla festa di Halloween che era solo una moda americana. Al piano terra del locale, dove si ballava anche il pomeriggio oltre che la sera, nasce il Kupido da un’idea presa dal Meccanò di Firenze. La gente cenava e poi ballava sui tavoli e c’era il cabaret di Stefano Francioni e Claudio Morganti. Una formula nuova, la cena-spettacolo, sviluppata in serate durante la settimana e non nel weekend, che piaceva molto. E Sandro Pozzi in consolle è stato il gran cerimoniere di quelle serate come lo sarà domani sera. Una notte speciale e unica, per riscoprire l’emozione di un’epoca indimenticabile. E per ricordare Alberto Cavallini che non c’è più. Un uomo che ha contribuito a far grande la Versilia.