PAOLO DI GRAZIA
Cronaca

Una storia centenaria. Festeggia un secolo di vita il negozio di fiori Vecoli. Da sempre in via Garibaldi

Roberto, figlio del fondatore, è ancora presente accanto ai figli che gestiscono l’attività. Tanti clienti vip hanno varcato la soglia di questo fondo dagli anni Venti fino ad oggi.

Una storia centenaria. Festeggia un secolo di vita il negozio di fiori Vecoli. Da sempre in via Garibaldi

"Via Garibaldi... piena di soldi...". Un tempo, forse, quando la celebrava il Sommo Poeta viareggino, Egisto Malfatti che qui era nato e aveva abitato. Oggi la realtà è diversa. Le vetrine non sono più scintillanti come una volta, molti negozi hanno chiuso o sono emigrati altrove e tanti fondi sono rimasti sfitti. Resiste, quasi ultimo dei Moicani, un negozio di fiori che il 4 aprile compie 100 anni. Un secolo di vita e di attività commerciale sempre gestita dalla stessa famiglia, i Vecoli con una conduzione passata dal nonno al figlio e ora al nipote. Un negozio che ha resistito a una guerra mondiale e alle bombe degli Alleati, alla crisi economica e al Covid. E che è risorto come un’araba fenice dalle sue stesse ceneri dopo il terribile rogo avvenuto meno di due anni fa.

A iniziare l’epopea, fu Giovanni, classe ’97 (1800, naturalmente). Un passato da contadino insieme a nonni e genitori, poi sbattuto al fronte come tanti suoi coetanei durante la prima guerra mondiale. Fu lui, dunque, ad aprire l’attività insieme a due soci. Era il 4 aprile 1924. In tasca pochi soldi e tante speranze. Quelle di un giovane di 27 anni che prima di fare il soldato aveva anche lavorato a 15-16 anni come garzone in un negozio di fiori in Passeggiata, Vannucci, dove aveva servito anche un certo Sor Giacomo, che andava trattato con riguardo perché, gli dicevano, era un grande musicista. L’esperienza maturata in Passeggiata lo convinse a mettere su una propria attività insieme a due colleghi della nascente floricoltura viareggina, Bertuccelli e Petri. Fu aperto così il negozio di fiori che all’epoca sorgeva sempre in via Garibaldi, ma spostato un pochino più verso mare rispetto all’attuale fondo, dove il Vecoli si trasferì definitivamente nel 1931 quando i due soci avevano già lasciato l’impresa. Era la Viareggio elegante frequentata da letterati, poeti e uomini di cultura. Da Ermete Zacconi a Repaci, da Petrolini a Moses Levy, la creme letteraria italiana si rivolgeva a lui quando aveva bisogno di una composizione floreale.

Lo scoppio delle bombe e il conseguente sfollamento, causò la chiusura del negozio per un paio di anni tra il ’44 e il ’45. Poi la ripresa nell’immediato dopoguerra quando Giovanni insieme a due dei sei figli, Lelia e Maria Luisa, continuò a gestire il negozio fino al suo ultimo respiro, avvenuto nel 1963. Anno in cui subentrò un altro suo figlio, Roberto, che inizialmente non voleva stare dietro il banco, "Ma poi non ho più smesso di starci...". E anche oggi che ha 82 anni, pure in pensione, continua a essere presente in negozio al fianco dei figli Giovanni e Michela che conducono l’attività.

"La città è molto cambiata, via Garibaldi non si riconosce più. Pensate – dice Roberto Vecoli – che qui nacque la movida viareggina. I figli della Viareggio bene si ritrovavano negli anni Cinquanta al bar Vinicio e facevano in strada le ore piccole. Qui c’erano i negozi più belli: all’epoca la tassa sul suolo pubblico era più alta in via Garibaldi che in Passeggiata". Quella via Garibaldi era frequentata da attori e star della nascente tv italiana, diventati abituali clienti del Vecoli. "Ricordo – prosegue – che Raimondo Vianello e Sandra Mondaini non mancavano di passare da noi per acquistare un mazzo di fiori ogni volta che andavano a trovare la loro amica Delia Scala. Anche Catarsini e Tobino si servivano da noi. Poi abbiamo fatto l’allestimento floreale per i matrimoni di Peppino di Capri e Giorgio Gaber. E tramite Sergio Bernardini, altro nostro cliente, portavamo fiori a tutte le star nazionali e internazionali che si esibivano alla Bussola, Mina compresa". Che tempi, gli anni ruggenti della Versilia.

Un aneddoto lega poi Vecoli al Nabilia, il grande yacht da 67 metri varato dai cantieri Benetti nel 1979, acquistato dal miliardario arabo Khashoggi. "Pochi anni dopo la figlia – ricorda – arrivò in via Garibaldi con una scorta di 4-5 mercedes che bloccarono l’accesso da via Battisti e da via Foscolo. Lei scese ed entrò in ogni esercizio commerciale. Io avevo appena fatto gli ordini di Pasqua e mi svuotò letteralmente il negozio..."

Era davvero una via Garibaldi piena di soldi. Ora ne girano molto meno. "La crisi vera – dice Roberto Vecoli – è iniziata con il rifacimento della strada nel 2007. lo dissi agli amministratori dell’epoca che sarebbe stato un bagno di sangue e così purtroppo è stato. Tante attività hanno chiuso. Prima c’erano 45 dipendenti. In pochi anni si sono ridotti a meno di 10". Ora Vecoli con i figli Giovanni e Michela guarda al futuro. Alla festa dei 100 anni, ma anche a tutto quello che verrà dopo. Partendo da una certezza: un’attività secolare sempre gestita a conduzione familiare.