Finalmente è arrivata anche l’indicazione di ‘Paese delle sculture in legno’: il borgo di Montemagno viene incensato della sua scritta stradale che campeggia da ieri sotto il cartello azzurro della località.
Borghi italiani peculiari, molti con un tipico carattere o specialità, una tradizione forte legata al territorio, un ricordo. Montemagno aveva il suo leccio di nove secoli, caduto purtroppo durante una tempesta di vento nel 2019, con un senso di lutto da parte della gente che quasi apparve esagerato: l’albero era un simbolo, era lungo la Francigena, a confine con le Seimiglia, le frazioni verso Lucca, punto fresco e protetto di sosta dei viandanti.
L’associazione paesana, la scuola di atletica, ogni ricordo è connesso al nome del leccio: tutto il paese da allora si è messo in moto, con il coordinamento dello scultore Marco Morotti, diventato simbolo del progetto di rinascita del legno, di un baluardo storico. Tante sculture prodotte con il legno, anche esportate fuori, in parchi importanti e dal fusto della pianta: proprio Morotti ha realizzato la scultura inaugurata tempo fa di fronte alla chiesa e che troverà dimora alla società di Mutuo Soccorso, “L’angelo dei sogni”.
Ma il leccio non è rinato solo attraverso questa scultura commemorativa. Sono stati infatti messi a dimora, dai bambini della scuola materna di Orbicciano, i germogli dati proprio dalle germinazioni dello storico leccio raccolte all’indomani del crollo. Paese delle sculture in legno e di profonde tradizioni.
Isabella Piaceri