Una volta c’era la pensione. Crescono i morti sul lavoro. Volume d’infortuni da record tra gli occupati over 65

È uscito il report di Vega - Osservatorio Sicurezza e Ambiente sui primi sei mesi del 2024. Vittime e denunce in aumento. La provincia di Lucca è la 43ª in Italia per pericolosità.

Una volta c’era la pensione. Crescono i morti sul lavoro. Volume d’infortuni da record tra gli occupati over 65

Una volta c’era la pensione. Crescono i morti sul lavoro. Volume d’infortuni da record tra gli occupati over 65

I dati relativi alle morti sul lavoro continuano a lievitare. Al giro di boa dell’anno, stando a quanto emerge dalle analisi di Vega – Osservatorio Sicurezza e Ambiente, le vittime sono 369, ben 11 in più dell’anno scorso (+3,1 per cento): 286 persone sono morte sul posto di lavoro, mente 83 sono i decessi classificati come in itinere. Per quanto riguarda la Toscana, ad oggi non è tra le regioni più a rischio: per determinare la ‘pericolosità’ di un singolo territorio, si usa una classificazione che assegna a ogni livello un determinato colore. La nostra regione è una zona gialla, dietro a Valle d’Aosta, Umbria, Campania, Emilia-Romagna, Sicilia e Puglia – tutte in zona rossa –, mentre la provincia di Lucca è la 43a in Italia per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro. Il dato di riferimento è il numero di incidenti mortali per milione di abitanti: in questo senso, la provincia ha fatto registrare 2 morti sul lavoro, con un indice di 12,2 (la media nazionale è di 12,1). Ma bisogna sottolineare che i dati sono calcolati su rilevazioni che si fermano al 28 giugno, e quindi prima del tragico incidente di due giorni fa in cui ha perso la vita il 32enne Federico Nappi di Pietrasanta.

Parallelamente al volume di incidenti sul lavoro, cresce anche il numero delle denunce di infortunio, a testimonianza di un trend negativo per quel che riguarda la sicurezza sul lavoro nel suo complesso. A maggio del 2023, le denunce registrate erano 245.857; un anno dopo, siamo passati a 251.132, con un aumento del 2,1 per cento. La maggior parte arriva del settore manifatturiero (29.256), seguito da costruzioni (14.469), sanità (14.370), trasporto e magazzinaggio (13.266) e commercio (12.911). A livello prettamente numerico – e dunque senza considerare l’incidenza percentuale – gli uomini denunciano più infortuni delle donne: 159.691 contro 91.441, per un totale di circa 250mila infortuni, 212.803 dei quali avvenuti direttamente sul luogo di lavoro. Per questa fattispecie, gli italiani che hanno denunciato sono stati 171.584, gli stranieri 41.219, mentre la fascia d’età più colpita è quella che va dai 45 ai 54 anni con 53.420 denunce (più di un quinto del totale). In generale, comunque, sono proprio i lavoratori più anziani quelli più a rischio: l’incidenza più elevata di infortuni per milione di occupati si registra tra gli over 65 – una volta si andava in pensione, poi è diventato un lusso – con un allucinante 55,0. Subito sotto, ça va sans dire, i lavoratori tra i 55 e i 64 anni, con 19,4.

Continuando a ragionare in termini di nazionalità, dall’analisi di Vega emerge come gli stranieri muoiano in percentuale più degli italiani: nei primi cinque mesi dell’anno le vittime di cittadinanza diversa da quella italiana sono state 62 su un totale di 286: significa che gli stranieri hanno più del doppio di possibilità di morire sul lavoro rispetto agli italiani. Il solito dato degli infortuni mortali per milione di occupati schizza a 26,1 tra gli stranieri, mentre tra i nostri connazionali scende a 10,6.

"Giunti quasi al giro di boa di metà anno, la proiezione per la fine del 2024 delle vittime sul lavoro sembra essere già tragica e simile a quella degli anni precedenti – mette in guardia il presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Mauro Rossato –; da gennaio a maggio si contano 369 vittime, 11 in più rispetto a fine maggio 2023. Rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, crescono purtroppo le morti in occasione di lavoro del 5,5 per cento. E questo è il dato più significativo e sconfortante, perché è quello che racconta un peggioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro. Come sempre, l’incidenza è il vero indicatore di rischio per i lavoratori del nostro Paese, poiché si parla di vittime rispetto alla popolazione lavorativa. Un dato che indica concretamente le aree a maggior rischio e che si propone come mappatura preziosa per tutti coloro che operano per la sicurezza sul lavoro". DanMan