Internet ha accelerato una cosa che esiste da sempre: la bufala, cioè la leggenda metropolitana, alias la disinformazione. Nulla di nuovo, a parte il fatto che la falsità da qualche anno si propaga alla velocità della luce. Quando c’era l’Urss la chiamavano dezinformacja ed aveva una valenza geopolitica: coi finanziamenti giusti riusciva a influenzare le masse e le politiche delle democrazie. Saltando di una cinquantina d’anni, prima di morire il grande Umberto Eco ci ha lasciato l’eredità delle "legioni di imbecilli" a cui i social hanno dato una voce che prima non avevano. Enrico Mentana li ha ribattezzati "webeti": commentano tutto ma non studiano né approfondiscono nulla.
Beppe Nelli