REDAZIONE VIAREGGIO

Valleverde, un sogno infranto

Valleverde, un sogno infranto

C’era una volta il centro sportivo di Valleverde, proprio sul territorio di confine fra il comune di Massarosa e quello di Viareggio. Una gemma che brillava di luce propria negli anni ‘70: in poco tempo era diventato un punto di riferimento non solo per chi amava lo sport (in particolar modo il tennis) ma anche per la mondanità. Erano ancora gli anni ruggenti, l’edonismo anche se non ancora quello reaganiano degli anni ‘80 era la stella cometa che soprattutto i giovani seguivano con grande attenzione e partecipazione. La felice intuizione dell’imprenditore Renato Betti – la sua famiglia era leader nel commercio del carburante – fece sì che Valleverde fosse davvero un’isola di benessere, divertimento e sport, come tanti circoli metropolitani, frequentata da bella gente per tutto l’anno. Ma come spesso accade nella vita non solo delle persone ma anche delle attività, ai momenti di gloria seguirono quello di magra. Siamo nei primi anni ‘80. Così da quel momento in avanti, il nome di Valleverde è entrato non solo nella memoria ma anche negli scontati progetti di rilancio dell’area, ritenuta a ragione strategica e di grande interesse, nelle vicinanze del casello autostradale di Viareggio e dell’uscita della Bretella. Il primo che pensò di rilanciare il centro sportivo di Valleverde fu il telefinanziere Giorgio Mendella, il ciclone mediatico e imprenditoriale che piombò su Viareggio nel 1988: idee in grande, non solo il rilancio dei campi di tennis, ma anche un investimento immobiliare che prevedeva la costruzione di un palazzetto dello sport, per farne la casa di molte società sportive sponsorizzate dalle aziende della galassia Mendella. Sulla carta, tutto bello. Da applausi. In concreto, un sogno. Perché nel marzo del 1991, l’inchiesta della Procura di Lucca sul gruppo Intermercato frantumò non solo il sogno di rilanciare Valleverde ma anche altre iniziative imprenditoriali e sportive in città. Così l’area di Valleverde ha continuato a vivere nei ricordi, nelle foto, in qualche cartello sbiadito dal tempo nell’area dove sorgeva un impianto sportivo che aveva pochi eguali in Italia: ciclicamente, grandi gruppi immobiliari e non hanno manifestato interesse per realizzare nell’area un acquapark; nel 2016 ci fu anche il via libera da parte della giunta di Viareggio ad un progetto firmato dal gruppo Finedil (che prevedeva un campo da golf, un’area espositiva e un albergo) ma poi è rimasto lettera morta. Così Valleverde continua ad essere legato solo al passato. Per il futuro, chissà.